intercambiabile
ed còj
,
che è un gruppo idiomatico tipicamente parmigiano; cf., per
es.,
ed còj i gh’eèvn’^al capeél
“alcuni avevano il cappello”.
§ 5 b. Pronomi con i quali si esprimono quantificazioni relative,
presentando
leentitàquantificate (individui/oggetti, porzioni dimateriao reificazioni) comeparti
di insiemi ograndezze identificabili sullabasedel contesto.
Taliquantificazionipos-
sono essere (a) esatte oppure (b) approssimative
.
(a)Quantificazioni esatte:
singolare plurale
maschile femminile maschile e femminile
nisón
237
“nessuno”
238
nisùna
gnénta
239
“niente, nulla”
ognón
240
“ognuno, ciascuno”
ognùna
tùt
241
“tutto”
tùta tùti
(/
tùt
242
)
Prima di passare all’esame dei singoli lessemi, va notato che nessunodei quattro
ammette l’uso del clitico
ni
come suomodificatore.
Con
nisón
si esclude che almeno uno degli esseri umani appartenenti ad un in-
sieme identificabile sulla base del contesto possa avere un determinato ruolo nella
vicenda/ situazione denotata dal verbo (o altro segno dal quale
nisón
dipende); cf.,
per es.,
an gh’é^nisón ch’é^infalìbil
“non c’è nessuno che sia infallibile”,
n’é^nasù^meéstor nisón
“nessuno è natomaestro”,
a’n veén
^
nisón
“non viene nes-
suno”,
a’npeèrol^connisón
“nonparlo connessuno”. Sepoi la frase è interrogativa,
dietro l’interpretazione semantica letterale si cela spesso un senso differente; così,
per es.,
veén
^
nisón?
243
“non viene nessuno?” significa in realtà “viene qualcuno?” e
può essere interpretata come una sollecitazione ad andare.
237
Continua lat.
ne-ipse-unu
(
m
) o
ne-ipsi-unu
(
m
) (cf. Rohlfs, op. cit., vol. 2°, p. 215).
238
Se il soggettodi unverbo intransitivoo il complementooggettodi uno transitivo sono
uniti a
ni/ nin
“ne”, anziché
nisón
si usa il gruppo
gnàn^vón
“nemmeno uno”
(
femm.
gnàn^vùna
)
,
lacui testaè il numerale
vón
; cf., per es.,
a·nn’é^gnùgnàn^vón
“nonneèvenuto
nemmenouno”,
a·n nin vèd gnàn^vùna
“non ne vedo nemmeno una”
239
L’originedi questo lessemaèproblematica: potrebbeesserederivatoda lat.
negente
(
m
)
con uno “scadimento semantico” (Rohlfs, op. cit., vol. 2°, pp. 218-219).
240
Dal punto di vista strutturale è un composto costituito dall’aggettivo indefinito
ogni
e
dal pronome indefinito
vón.
241
E’ riconducibile lat.
totu
(
m
) tramite la forma volgare
tottu
(cf. Rohlfs, op. cit., vol. 2°,
p. 228).
242
Tùt
è una variante della forma
tùti
, usata davanti alla forma di maschile plurale
i
(/
j
)
del pronome personale clitico.
243
In tal caso la sillabaaccentatadi
nisón
vienepronunciataconun’intonazioneascendente
allungata.
66