Con il clitico
ni
si segnala innanzitutto un rapporto di inclusione rispetto ad un
insiemeoppuredimeronimia (concernente lapartedi un tutto) rispettoadunoggetto
divisibile o aduna quantità dimateria, presupponendo che l’insieme, l’oggettodivi-
sibile/ quantitàdimateria sianonoti sullabasedel contesto.Usatoconquesta seman-
tica,
ni
funge da modificatore di un pronome indefinito o di un nome denotante
quantità omisura posposto al verbo, che ha la funzione di complementooggettoop-
pure di soggettodi una frase converbo intransitivo ed è più spesso il rema
203
, come,
per es.
a
nin
moóra^
poòc
“ne muoiono pochi” (interrogativa:
en’i^poòc còj^ch’a
moóra?
“sono pochi quelli che muoiono?”),
a
nin
voój àn^mì un
toòc
“ne voglio
anch’io un pezzo”,
a
nin
cómpr’^un chiìlo
“ne compro un chilogrammo”,
a’t
nin
voój
^
deèr^
unpò
“vogliodarteneunpo’”,
m’
in
deè’t
n’eètor^pò
? “menedai ancora
unpo?”. Se poi il pronome onome rimane inespresso,
ni
stesso funziona come testa
del gruppo con la funzione di soggetto o complemento oggetto; cf., per es.,
pòrto’-
m’ni
! “portamene!”,
n’è’t^catè?
“ne hai trovati?”.
Questo clitico permette inoltre di riallacciarsi ad una reificazione nota sulla base
del contesto comunicativo, funzionando come modificatore del verbo; cf., per es.,
m’in dispjeèz
“me ne rincresce”,
la nin sà^cueél
“(lei) ne sa qualcosa”,
i n’in voó-
lon^miìga^saveér
“non ne vogliono sapere”,
nin sè’t^cueél?
“ne sai qualcosa?”,
cò^nindiì’t?
“checosanedici?”,
a’ghn’ò^’baàsta
“nehoabbastanza”.Talora (come,
per es., nella frase
i n’àn^faàt pù^che Brèta
“ne hanno combinate tante”) è un ele-
mento quasi pleonastico.
Esso è usato poi nella costruzione
a’gh
(forma indistinta
a
di 3a singolare + av-
verbio clitico
gh
) +
ni
+
é
(formadi
ésor
), ugualmente segnalandoun rapportodi in-
clusione o meronimia rispetto ad un’entità nota sulla base del contesto, mentre il
soggettoposposto alla formaverbale è il remadella frase; cf., per es.,
a’ghn’é^bom-
bén
“ce ne sono parecchi/ ce n’è parecchio” (interrogativa:
eén’i in bombén?
“sono
inmolti?”).Vi sono frasi affini dal puntodi vista sintatticonellequali
ni
èunelemento
quasi pleonastico, come, per es.,
a’gh nin veén^na gàmba
“ce ne viene una gamba”
[= le cose stanno prendendo una brutta piega].
In frasi del tipo
la’s nin và^pjàn^pjàn
“se ne va piano piano” infine
ni
esprime
l’allontanamento da un punto
204
.
§ 1d. Lessemi tonici
Come si èanticipato sopra, il dialettoparmigianoha tre lessemi tonici, lecui forme
di singolare e plurale rimangono invariate nei diversi ambiti sintattici:
luppi fonetici di lat.
inde
.Quantopoi allavariante
nin
, la si può considerare il risultatodi una
contaminazione tra
ni
e
in.
203
Cf. R. D. VanValin,
Exploring the Syntax-Semantics Interface
, Cambridge, 2005, p.
177: questo clitico “instantiates the topical head noun, while the focal quantifier appears, as
predicted, in immediately postverbal position”.
204
Cf. Panello, op. cit., p. 55.
57