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- con la formapronominaleatona, cheèobbligatoria, econ il nome (/pronome tonico),
che è facoltativo. Sequest’ultimogravitanell’areadel nucleodella frase, uno stacco
dalladurataminima lo separadal clitico; se inveceèunelementodistaccato (a sinistra
oadestra), viene separatodal nucleopermezzodi unapausapiù lunga (rappresentata
in questa grammatica con una virgola) e inoltre la vocale della sua sillaba accentata
tende ad essere allungata.
§ 1b. Lessemi atoni, parte seconda
Forme con la funzionedi complemento oggetto (diretto, indiretto)
173
Tabelladelle forme singole e loro varianti
174
preverbali postverbali
primapersona
complemento oggetto diretto e indiretto
singolare m. e f.
me
175
-
m
176
m
dinanzi a vocale e dopo di essa.
-
mo
177
dinanzia
l
(3asing.masch.)
plurale m. e f.
se
178
-
s
179
meni sintattici si userà il terminenomeperdenotarenon solo i singoli nomi,maanche i gruppi
nominali aventi come testa un nome.
173
Proponendo il sistema che verrà ora presentato, si respinge l’ipotesi diDeMarchi (op.
cit.
,
p. 73) che le forme clitiche del pronome personale in funzione di complemento oggetto
possano iniziare in vocale.
174
Sulla base di questa tabella si possono notare alcune differenze rispetto all’italiano:
a) il dialettoparmigianohauna formacliticadi terzapersona in funzionedi complemento
oggetto indiretto indistinta riguardoagenereenumero:
ghe
(/
gh
) corrispondea it.
gli, le, loro
;
così, per es.,
a’gh daàgh
= it.
gli do, le do, do loro
;
b) hauna formacliticadi terzapersonaplurale in funzionedi complementooggettodiretto
cheè indistinta riguardoal genere:
ja
corrispondea it.
li, le
; così, per es.,
a javèd
= it.
li vedo,
le vedo
;
c) la forma cliticadi primapersonaplurale in funzionedi complementooggetto (diretto e
indiretto) è omofona con quella del riflessivo in funzione di complemento oggetto (diretto e
indiretto):
se
(/
s
) corrisponde a it
ci
e
si
, di conseguenza
i’s^leèvon
significa “ci lavano” e “si
lavano” e
i’s leèvn’^il màn
significa “ci lavano lemani” e “si lavano lemani”; l’ambiguità
viene risolta quando il soggetto è un pronome di 1a persona plurale (per es.,
a’s alvèma
“ci
alziamo”) in quanto in questo caso non è ammesso l’uso del pronome riflessivo in funzione
di complemento oggetto.
175
Continua lat. volg.
me
oppure
(cf. Rohlfs, op. cit., vol. 2°, p. 151; Lausberg, op. cit.
vol. 2°, p. 120).
176
Inunaprospettivastorica–
m
si spiegacomecontinuazionedi
me
consincopedellavocale.
177
E’ uno sviluppo di
me,
usata ancora oggi in talune varietà “rustiche” del dialetto par-
migiano: il clitico
me
collocatodopo il verbononha subito la sincopedellavocaleperché se-
guito dalla forma
-l.
178
La suaorigineèproblematica.Si potrebbe ipotizzareche siaderivatodal pronome rifles-
sivo (cf.Rohlfs, op. cit., vol. 2°, pp. 159-160): dapprimausato incasi nei quali si avevaun rap-
portodi coreferenzialitàcon il soggetto, si sarebbeesteso inseguitoadaltri ambiti.Nonè tuttavia
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