2. I segni della categoriadel pronome
Osservazioni introduttive
Condividono con i nomi la peculiarità di funzionare come testa (elemento por-
tante) nell’ambito dei gruppi nominali. Per taluni aspetti di carattere sintattico essi
sonopiù simili ai nomi propri che aquelli comuni, visto chenonprevedono comple-
menti e soltanto incasi particolari reggonomodificatori espressi permezzodi lessemi
aggettivali o nomi introdotti da una preposizione, come, per es., nei gruppi
vojeètor
^
veéć
“voi vecchi”,
nojeètr’
^
edcitè
“noi di città”.Come i nomi propri, i pro-
nomi non possono dipendere da un verbo copulativo formando con esso il cosidetto
“predicato nominale”; in frasi quali
la fòrbza l’é^còsta
“le forbici sono queste” il
verbo
ésor
“essere” non è una copula, ma segnala piuttosto un rapporto di identità
tra l’entità denotata permezzo del pronome e quella alla quale si fa riferimento con
il soggetto
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.Quantopoi allacategoriadel genere, presentanoparticolari affinitàcon
gli aggettivi, visto che ciascuno di essi è compatibile sia con il maschile che con il
femminile: possono avere due forme distinte permaschile e femminile o, come av-
viene più spesso nel caso dei pronomi personali, una sola forma.
I lessemi pronominali si differenziano da quelli nominali soprattutto per due
aspetti:
a) sono di numero limitato (poche decine in tutto) e hanno un ruolo importante
nella produzione delle frasi, sicché possono essere considerati segni di rilevanza
grammaticale;
b) il loro significato non è un’elaborazione concettuale basata sulla conoscenza
degli oggetti/ individui in sé,ma riguardapiuttosto la relazionedegli oggetti/ individui
con l’atto comunicativo stesso
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- relazione che sta allabasedell’inquadramentodei
pronomi in classi diverse, che ora si presenteranno.
§1. I pronomi personali
I lessemi denominati pronomi personali hanno come peculiarità distintiva il fatto
che rappresentano il ruolo svoltonel processo comunicativodagli individui che essi
denotano: “io” (= locutore) ≈ “tu” (= destinatario) ≈ “lui/ lei” (= non partecipante al
processo comunicativo).
Sullabasedelle loropeculiaritàmorfo-sintattiche, si distinguono in
atoni
(oclitici)
e
tonici.
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Questo fenomeno viene trattato da M. K. Halliday (
An Introduction to Functional
Grammar
, London, 1985, pp. 115-117), che lo denomina “identifying mode”.
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Si ripropone qui la formulazione diA. Rosinas,
Baltų kalbų įvardžiai
[I pronomi delle
lingue baltiche], Vilnius, 1988, p. 6. Essa è in linea con il noto articolo di E. Benveniste
La
natura dei pronomi
(in E. Benveniste,
Problemi di linguistica generale
, Milano, 1971, pp.
301-308).
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