lettoparmigiano, esattamentecome in italiano, comprende ledueclassimorfologiche
dimaschilee femminile, ciascunadellequali categorizza inmododifferentepartico-
lari aspetti semantici ed è caratterizzatadapeculiaritàmorfosintatticheproprie: l’ap-
partenenza dei nomi ad una di esse è fissata in ambito di sistema
122
; diversamente,
gli aggettivi e i pronomi nonhannoungenereproprio,maprendonoquellodei nomi
ai quali si rapportano o dei quali sono i sostituti.
Quando i nomi denotano entità inanimate, sostanze o reificazioni, l’appartenenza
aunodei duegeneri nonhaunamotivazionedi carattere semantico,ma si spiegaesclu-
sivamente come conseguenzadi un “capriccio” storico resopossibiledall’arbitrarietà
del segno linguistico
123
, come, per es. nei casi di
lìbor
“libro” (maschile) ≈
rèj
“rete”
(femminile),
coraàǵ
“coraggio” (maschile)≈
furbìsja
“furbizia” (femminile); perque-
sta ragione i nomi del dialettoe i loroequivalenti dell’italianoaffini dal puntodi vista
fonico possono essere di generi diversi, come si riscontra, per esempio, per nomi di
pianta
124
quali
pjoòpa
≈
it.
pioppo
125
, sreéza
≈
it.
ciliegio
126
, oper altri quali
ombreéla
≈
it.
ombrello
(
/ombrella
)
127
, bugheèda
≈
it.
bucato
128
.Degnodi notaèpoi il fattoche
i derivati con suffissodi generemaschile -
ón
oppure -
én
/ -
oòt
possono corrispondere
a lessemi di base di genere femminile; esempi di questo fenomeno, che si riscontra
pure in italiano:
scarpón
“scarpone”≈
schèrpa
“scarpa”,
scudlón
“scodellona”≈
scu-
deéla
“scodella”,
ortigón
“orticamaggiore” ≈
ortiìga
“ortica”,
donlón
“donnone” ≈
dòna
“donna”,
ombarlén
“ombrellino≈
ombreéla
“ombrello”,
paruchén
“parrucchino”
≈
parùca
“parrucca”,
scudloòt
“scodellino”≈
scudeéla
“scodella”.
Hannopiù spessoduenumeri (singolareeplurale), ciascunodei quali categorizza
inmodo differente aspetti semantici legati alla quantità numerica ed è caratterizzato
dapeculiaritàmorfosintatticheproprie.L’opposizione singolare≈pluralevieneusata
anche in casi come
fòrbza
“forbici” ≈
fòrbzi
“forbici”,
tonaàja
“tenaglie” ≈
tonaàj
“tenaglie”, nei quali i corrispondenti dell’italiano hanno il solo plurale,mentre la li-
mitazione ad uno dei due numeri (perlopiù il singolare) si riscontra soltanto per i
nomi nonprototipici, come per es. l’astratto
bontè
“bontà”. Per le peculiarità ora ac-
122
Il loro genere grammaticale si manifesta in ambito non solomorfologico (come più
sotto si vedrà), ma anche sintattico, in quanto gli articoli e gli aggettivi concordano con essi
in genere e numero, per es.,
al lìbor noóv
“il libro nuovo” ≈
la rèj noóva
“la rete nuova”.
123
Riguardo al problema, cf. deSaussure, op. cit., pp. 85-87.
124
Vi sono tuttavia anche casi nei quali i nomi di pianta sonodi generemaschile come in
italiano: per es.
peér
“pero”,
saloóz
“salice”,
oólom
“olmo”,
pén
“pino”.
125
Entrambe leparolederivanoda lat. volg.
*
plōppu
[< lat.
pōpulu
(
m
)]: laprimadelledue
è passata al genere femminile.
126
Entrambe leparolederivanoda lat. volg.
*
cerĕsiu
[< lat.
cĕrasu
(
m
)]: laprimadelledue
è passata al genere femminile.
127
Laparoladeldialettoparmigianoèprobabilmenteunprestitoda it.
ombrella
,oggi inusuale.
128
Lamatriceèunaparolamedievalecon radicedi probabileoriginegermanica.Laparola
del dialetto parmigiano è probabilmente un prestito adattato da it.
bucato
, con cambiamento
di
o
in
a
.
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