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di tali blocchi può venire realizzata senza modificarne le vocali soltanto quando si
hanno almeno due sillabe, mentre nei blocchi di una sola sillaba l’intonazione sem-
plice della sua vocale deve essere cambiata in discendente; non si riportano esempi,
rinviandoaquelli del par. 2. Si possonopoi ampliare i blocchi semplici aggiungendo
alla loro destra altri segni come il negatore
miìga,
il modificatore restrittivo
pùr
“pure”, altrimodificatori (realizzati innanzituttopermezzodi avverbi) ecomplementi
vari; esempi:
andì^v
ì
a!
“andatevene!”,
lavoóra
^
b
é
n!
“lavorabene!”,
cómpra^’l l
ì
bor!
“compera il libro!”,
scrivì^aj rag
s!
“scrivete ai ragazzi!”,
và^a P
è
rma!
“va a
Parma!”,
stà^miìga^’nd
èe
r!
“nonandare!”,
stì^mìiga^scrìvr’^aj rag
s!
“non scrivete
ai ragazzi!”.
Nei blocchi fonici (o parti di blocchi fonici) aventi come testa un nome può di-
pendere da questo, oltre all’articolo (che è atono) o altro specificatore, un aggettivo
qualificativo oppure un gruppo nominale introdotto da una preposizione.
Idimostrativi, gli indefiniti egli aggettivi possessivi precedonopiù spesso il nome
reggente; in tal caso laprominenza tonicadel bloccocoincidecon l’accentodi questo,
come, per es., in
sté^rag
s
“questo ragazzo/ questi ragazzi”,
lamè^c
à
“lamiacasa”,
al voòstor
^
c
à
n
“il vostro cane”,
parèci^v
ò
lti
“molte volte”,
imedézim^zbaàli
“ime-
desimi errori”.Quando invece il dimostrativo
còl
formaunacombinazione idiomatica
congli avverbi
chì
“qui”,
“là”, esprimendo insieme ad essi i significati “questo” e
“quello”, laprominenza tonicacoincidecon l’accentodell’avverbio; esempi:
còl^ra-
gaàs
^
ch
ì
“questo ragazzo”,
chìl^dòni^l
à
“quelle donne”.
Gli aggettivi qualificativi possono siaprecedere sia (comepiù spessoavviene) se-
guire il nome reggente; esempi:
unpòvor^rag
s
“unpovero ragazzo”,
di breèv
^
stu-
d
é
nt
“dei bravi studenti”,
il pèni^n
vi
“lepennenuove”,
un zvinànt^gent
ì
l
“unvicino
gentile”. Se invece un aggettivo posposto ad un nome è seguito da un suo comple-
mento, l’aggettivo forma un blocco distinto con questo, appoggiandosi ad esso; cf.,
per es.,
un zvin
à
nt gentìl^con t
ù
ti
“un vicino gentile con tutti/tutte”.
I gruppi nominali introdotti da una preposizione seguono sempre il nome che li
regge, che di conseguenza si appoggia ad essi ed è pronunciato come semiclitico;
esempi:
maàja
^
’d l
na
“maglia di lana”,
mùzica^da c
za
“musica da chiesa”.
§ 13. La scritturadei testi dialettali
Inquesto libro si utilizzaunagrafiaabbastanzadettagliataal finedi rappresentare
sia lepeculiarità foniche essenziali delle singoleparole sia alcuni aspetti importanti
della fonetica dei gruppi di parole e delle frasi. Poiché si ritiene che tale grafia sia
utile per l’insegnamento del dialetto parmigiano alle persone che ne hanno cono-
scenze minime o addirittura nulle, si propone di scrivere secondo i suoi principi i
testi ad esse destinati, seguendo come modelli le varianti finalizzate alla didattica
del dialetto elaborate nell’appendice
La scrittura dei testi
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Essa si trova alle pagine pp. 301-314.
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