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cìfra
≈ it.
cifra, concèrt
≈ it.
concerto
,
giudicheèr
≈ it.
giudicare, giùst
≈ it.
giusto
).
Come già si è detto, alle affricate
e
d
ʒ dell’italiano corrispondono più spesso i fo-
nemi
s
e
z
; cf., per es.,
sìnc
≈ it.
cinque
,
sént
≈ it.
cento
,
sè . ndra
≈ it.
cenere, séⁿna
it.
cena
,
pànsa
≈ it.
pancia, bazeèr
≈ it.
baciare, zeél
≈ it.
gelo, zónta
≈ it.
giunta,
mónzor
≈ it.
mungere
88
,
pisón
≈ it.
piccione
89
.
§ 9. Lenasali:
labiale
m
alveolare
n
palatale
ɲ
L’esistenza dei fonemi
m
e
n
, scritti con le lettere
m
e
n
come in italiano, è fuori
discussione, tenuto conto del fatto che si hanno coppie oppositive quali
mèt
“metto,
metti”≈
nèt
“pulito”,
moóv
“muovo,”≈
noóv
“nuovo”,
laàma
“lama”≈
laàna
“lana”.
Quantoa
ɲ,
che si può scriverecon il digramma
gn
come in italiano, la suaappar-
tenenza al sistema fonologico del dialetto parmigiano
90
è confermata da coppie op-
positive del tipo
caàgna
“cagna” ≈
caàna
“canna”,
laàgna
“lagna” ≈
laàna
“lana”,
sognadoór
“sognatore” ≈
sonadoór
“suonatore”,
magneèda
“mangiata” ≈
maneèda
“manata”.
Come ora si vedrà, i suoni nasali che il parlante utilizza per pronunciare i tre fo-
nemi oraattribuiti al sistema fonologicodel dialettoparmigiano sono indubbiamente
più numerosi.
Dinanzi adun’occlusivabilabiale si haunapronunciadentalepiuttostoche labiale;
visto che essa occupa una posizione intermedia tra quella labiale e quella alveolare,
risulta difficile stabilire se il fonema corrispondente sia
n
oppure
m
. Per tale ragione
si può seguire senza problemi la grafia tradizionale
m
utilizzata da Capacchi, scri-
vendo, per es.,
pómpa
“pompa”,
gàmba
“gamba”,
tómba
“tomba”,
bombén
“molto”.
Certo, non sarebbe del tutto scorretta nemmeno una scrittura alternativa con
pónpa
,
gànba
,
tónba
,
bonbén
.
Dinanzi ad un’occlusiva velare si ha invece una pronuncia velare
91
. Se questa
vieneconsideratauna realizzazionedel fonemaalveolare
n
, ègiustificatousare la let-
88
Lamaggior partedi questi esempi si spiega inunaprospettiva storica apartiredavelari
latine palatalizzate dinanzi a vocale anteriore. Diversamente la consonante iniziale di
zoónta
giunta
è riconducibile alla semivocale
j,
mentre quella intervocalica di
bazeèr
baciare
al
nesso
sj,
per il quale cf. Rohlfs, op. cit., vol. 1°, pp. 403-411.
89
Quasi sicuramente
pisón
è un prestito, adattato alle norme foniche del dialetto parmi-
giano, da it.
piccione
, che a sua volta, è un prestito dai dialetti dell’Italia meridionale (cf.
Rohlfs, op. cit., vol. 1°, p. 400): sederivassedirettamenteda lat. volg.
pipione,
attenderemmo
una forma del tipo
pivjón
, simile a
piviùn
del lombardo.
90
Per l’origine di tale fonema cf. Rohlfs, op. cit., vol. 1°, p. 368.
91
È un suono scritto con il simbolo
ɳ
dell’alfabeto fonetico internazionale.
21
1...,24,25,26,27,28,29,30,31,32,33 35,36,37,38,39,40,41,42,43,44,...329
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