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Gli altri quattro fonemi spiranti (
s, f, v, ſ
) sono invece presenti anche nel sistema
dell’italiano. Si può dunque scriverli come in questa lingua, utilizzando le lettere
s,
f, v
e il digramma
sc
, che, come in italiano, è limitato ai casi nei quali è seguito im-
mediatamente da una vocale di timbro
e, i
.
Il fonema
s
ha un uso abbastanza frequente, ma con una distribuzione sensibil-
mente diversa rispetto al medesimo fonema dell’italiano, visto che in posizione in-
ternadi parolacorrispondeaquesto soltantonei gruppi formati da
s
+occlusiva sorda
(come, per es., in
aàsti
it.
astio
,
resteèr
it.
restare
,
còsta
it.
questa, ascólt
it.
ascolto
), mentre, come si è accennato sopra, l’equivalente di it.
s
in posizione inter-
vocalica è il fonema
z;
corrisponde inoltre a
ſ
[scritto
sc
]
74
e, limitatamente alla po-
sizione intervocalica, a
ts
[scritto
z
oppure
zz
]
75
dell’italiano.
Il fonema
f
ha una distribuzione che corrisponde a quella delmedesimo fonema
dell’italiano (come, per es., in
fadiìga
it.
fatica
,
fjoór
it.
fiore
,
fòrt
it.
forte
,
ofìsi
it.
ufficio
,
sofriìr
it.
soffrire
)
76
, mentre
v
è più frequente di it.
v
, corrispondendo
non solo a
v
(come, per es., in
vèdor
it.
vedere
,
vìta
it.
vita
,
voója
it.
voglia
,
co-
veèr
it.
covare
,
cùrov
it.
curvo
),ma anche a
p
intervocalica (come, per es., in
sa-
veér
it.
sapere
,
savón
≈ it.
sapone, reèva
≈ it.
rapa, lòv
≈ it.
lupo
), a
u
del dittongo
au
(come, per es., in
avtomòbil
it.
automobile, avtoritè
it.
autorità
) e, in un paio
di casi, addirittura a
d
77
.
Nel dialettoparmigiano
ʃ
ha unuso estremamente raro: è un fonema indotto (ov-
vero“importato”), presente inprestiti dall’italianoquali
sceéna
.Normalmente, come
si è detto sopra, l’equivalente di it.
ʃ
non è
ʃ
,
ma
s.
§ 8. Le affricate:
sorda sonora
alveolare
ts dz
postalveolare
tʃ dʒ
Queste affricate sono presenti anche nel sistema dell’italiano, dove
ts
e
dz
sono
scrittecon la lettera
z
(per es., in
senza
,
zero
),mentre
e
con le lettere
c
e
g
seguite
da quelle vocaliche
e
,
i
(per es., in
cera, gente, mancia, mangia
). Per il dialetto va
luzione fonetica tipica del dialetto parmigiano.
74
Esempi in posizione inziale:
sjèrpa
it.
sciarpa
,
sjeèr
it.
sciare
,
sjoòc
it.
sciocco
;
questeparoledialettali sonoprobabili prestiti dai corrispondenti italiani. Esempi inposizione
intervocalica:
laseèr
≈ it.
lasciare
,
conòsor
≈ it.
conoscere
[
<
lat. tardo
conōscere
].
75
Esempi:
fòrsa
≈ it.
forza
[
<
lat. tardo
fortia
],
vìsi
≈ it.
vizio
[
<
lat.
vitiu
(
m
)],
maàsa
≈ it.
mazza
[
<
lat. tardo
matia
<
matĕa
(
m
)],
pòs
≈ it.
pozzo
[
<
lat. tardo
pŭtiu
<
pŭtĕu
(
m
)].
76
Lepochedifferenzedegnedi nota si limitanoacasi eccezionali come
sànfa
it.
zampa
.
77
Cf.
còva
≈ it.
coda
[< lat. tardo
coda
<
cauda
(
m
)],
raviìza
≈ it.
radice
[< lat.
radice
(
m
)]
;
nel dialetto parmigiano il fonema
d
intervocalico è caduto in seguito ad una probabile inter-
ferenza con i vicini dialetti lombardi e si è sviluppato successivamente il “suono di transi-
zione”
v
(cf. Rohlfs, op. cit., vol. 1°, p. 295).
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