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ininterrotta di suoni, la cui prominenza tonica coincide con l’accentodell’ultima pa-
rola non atona.
L’articolazione inblocchi fonici è una conseguenza della possibilità di accorpare
i significanti di piùparolenellapronuncia. Innanzitutto il dialettoparmigianodispone
di vari clitici (indubbiamentepiùnumerosi di quelli dell’italiano), chedevonounirsi
allaparolache li precedeo li segue, come i pronomi personali clitici, compresi quelli
con la funzione di soggetto (sconosciuti all’italiano)
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, le preposizioni, le congiun-
zioni coordinative
e, o, mo
, la congiunzione subordinativa
che
, il pronome relativo
che
.Ad una tale articolazione contribuisce inoltre inmisura notevole la possibilità,
sconosciuta all’italiano, di accorpare una parola accentata al segmento fonico che la
segue, facendola diventare un semiclitico.
Nell’ambito delle frasi il blocco più importante è quello che ha come testa il
verbo (forma semplice operifrastica). Per quanto riguarda poi l’aggiunta di blocchi
ulteriori, si devonodistinguere le frasi principali daquelle secondarie, visto cheper
ragioni di carattere comunicativo queste ultime tendono spesso a compattarsi in un
unico blocco.
Oltre al blocco del verbo, una frase principale non imperativa comprende quello
del soggetto se il gruppo in funzione di soggetto collocato prima del verbo ha come
testa unnome.Questa regola nonvale sempre nei casi nei quali il soggetto è unpro-
nome tonicoanzichéunnome: i pronomi interrogativi
chì
“chi”
, cò
“checosa”
, cuànt
“quanto” tendono a rientrarenel bloccodel verbopiuttosto che a formarneuno auto-
nomo; lo stesso si dicaper i pronomi personali sincopati
nueètr’
“noi”e
vueètr’
“voi”
eper quelli non sincopati
“tu”e
“lui”che si unisconocon i clitici -
t
e -
l
formando
le sequenze
tì’t
e
lu’l
; il pronome personale
può ugualmente accorparsi al verbo,
acondizioneche, oltreadomettere il pronomecliticodi 1a singolare
a
, non si collochi
su
la prominenza tonica della frase. Se invece il nome (/pronome tonico) con la
funzionedi soggetto segue il verbo, si tendeadunirloal bloccodi questo, con lacon-
seguenza che la forma verbale diventa un semiclitico appoggiandosi al nome (/pro-
nome tonico) collocato alla sua destra; cf., per es.,
a veén^tò^peèdor
“viene tuo
padre”,
veén^tò^peèdor°?
“viene tuo padre?”.
Inuna fraseprincipale si possonoavere inoltreblocchi fonici ulteriori, collocati a
destra o, più di rado, a sinistra del verbo, dai quali si prescinderà qui, rimandando
alla copiosa esemplificazione fornita nei prossimi due capitoli e rilevando insieme
che talune interpretazioni proposte inquestagrammaticapotrebberonon essere con-
divise da tutti, visto che la delimitazione dei blocchi fonici non è sempre senza pro-
blemi, specie le per ragioni seguenti:
i blocchi riflettono semplici tendenzegenerali, che il parlanteè liberodi non
a)
seguire per ragioni di carattere comunicativoo eventualmente “espressivo”;
vi sonocasi nei quali non si può stabilireconcertezza seunaparolanell’am-
b)
102
Di essi si tratterà dettagliatamente alle pp. 44-49.
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1...,29,30,31,32,33,34,35,36,37,38 40,41,42,43,44,45,46,47,48,49,...329
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