visto che il suono
ŋn
non viene usato quando l’intonazione è ascendente, come, per
es., in
veéna
“venga”/
veénon
“vengono”,
teéna
“tenga”/
teénon
“tengono”. Poiché
ɳn
ha una distribuzione limitata a contesti fonici benprecisi che escludono la realiz-
zazione con suoni nasali differenti, non si giustifica l’eventuale ipotesi di attribuire
al dialettoparmigianoun fonema autonomo
ɳn
: è preferibile ritenere
ɳn
un allofono
del fonema
n
(esattamentecome si è fattoper il suonovelare inposizione finale), pur
distinguendolonellagrafiapermezzodi
ⁿn.
L’elemento
ɳ
del suono
ɳn
vaconsiderato
un semplice “attacco” velare imposto dalla vocale tonica
é
,
ó
con intonazione sem-
plice che precede il fonema
n
.
§ 10. Le liquide:
laterale vibrante
alveolare
l r (/ʁ
)
Questi due fonemi possono essere scritti con le lettere
l
e
r
, come in italiano; per
es.:
caàl
“callo”,
caàr
“carro”. Diversamente dall’italiano, il secondo dei due tende
ad essere pronunciato “alla francese” ovvero come
ʁ
, con la punta della lingua leg-
germente retroflessa.
Il dialetto parmigiano non possiede un fonema simile alla laterale palatale del-
l’italiano
ʎ
, usata in parole quali
figlio
o
foglio
; come si è notato sopra, a questo fo-
nema dell’italiano corrisponde la semivocale
j.
§ 11. L’assenzadi consonanti lunghe (o “doppie”)
Diversamente dalla lingua italiana, il dialetto parmigianomoderno di norma non
usaconsonanti lunghe
99
, spessochiamate impropriamentedoppie inquantovengono
scritteconuna lettera raddoppiata; dunque, presentaconsonanti normali incorrispon-
denzaaquelle lunghe (“doppie”) dell’italiano
100
, comeper es. in
mèton
≈
it.
mettono,
baàsa
≈
it.
bassa
,
buseèr
≈ it.
bussare
101
, aàni
≈
it.
anni
,
eroór
≈ it.
errore.
L’uso di
consonanti lunghe (“doppie”) è limitatoacasi eccezionali: si pensi, per es., a
meddoór
“mietitore” (risultantedallacombinazionedella radice
med
- “mietere”con il suffisso
derivativo -
dor
),
veénn’i
(dove
veénn
è una riduzione di
veénon
“vengono” dinanzi
al pronome clitico
i
usato in posizione postverbale),
andeèvv’^a cà?
“andavate a
casa?” (dove
andeèvv’
è una riduzione di
andeèvov
),
al’la fà
“lui lo/ la fa” (dove la
99
Secoli fa, invece, l’usodelle lunghenel dialettoparmigianodovevaessere simileaquello
dell’italiano odierno, come si è accennato alla nota 11 (pp. 6-7), trattando dell’origine delle
differenti intonazioni delle vocali.
100
Un tale punto di vista viene essenzialmente condiviso daPiagnoli, op. cit., p. 62.
101
Questi dati confermanoche l’abbreviazionedelleconsonanti lunghe (o“doppie”) èav-
venuta quando il fonema
s
intervocalico non si sonorizzava più; in caso contrario avremmo
baàza
“bassa” e
buzeèr
“bussare”.
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