1. I segni della categoriadel nome
§ 1. Funzioni semantiche
Lemigliaia di lessemi della categoria del nome, detti comunemente nomi, rive-
stono un’importanza particolare per la comunicazione linguistica in quanto permet-
tono di introdurre nel discorso gli “oggetti”
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, aggiungendo elementi importanti
all’informazione fornitapermezzodel verbo, checostituisce l’elementobasilaredella
frase
109
. I lessemi denotanti esseri animati, oggetti o loro aggregati (come, per es., i
nomi comuni
òm
“uomo”,
dòna
“donna”,
càn
“cane”,
pèna
“penna”,
cà
“casa”,
streèda
“strada”equelli propri
Zvaàn
“Giovanni”,
Barlén
“Berlino”) realizzanonella
manierapiùcompleta lepeculiarità semantichegenerali attribuibili allacategoriadel
nome, inquanto, per dirla con la terminologia oggi inuso, ne sonogli elementi pro-
totipici
110
. Certo, la categoria del nome comprende anche lessemi meno prototipici,
come, per es., i nomi comuni
bontè
“bontà”,
bjanchèsa
“bianchezza”,
mòrta
“morte”,
108
Cf.W. Croft,
Radical ConstructionGrammar
, Oxford, 2001, p. 87.
109
Nell’ambitodella frase il nomepuòavere rispettoal verbo la funzione sintatticadi sog-
getto, complementooggetto (diretto/ indiretto), obliquooppurequelladimodificatore: il sog-
getto, il complemento oggetto e l’obliquo (cf. M. Dalrymple,
Lexical Functional Grammar,
Bingley, 2001, pp. 8-28) sono implicati dalla semanticadel verbo reggente, inquantone rea-
lizzano i “ruoli semantici” (cf. R. D. VanValin&R. J. LaPolla,
Syntax: Structure, meaning
and function,
Cambridge, 1997, p. 54),mentre imodificatori sono elementi opzionali; questi
ultimi si distinguono incircostanziali (elementi periferici della frase; cf.VanValin&LaPolla,
op. cit., pp. 26-27) e restrittivi (così denominati perchéprecisano la semanticadel verbo, fun-
gendo da suoi operatori; cf. VanValin&LaPolla, op. cit., p. 40 e ss.), i quali simanifestano
non di rado come combinazioni di una preposizione con un nome non prototipico (per es.,
con facilitè
“facilmente”,
ed présja
“frettolosamente”,
a témp
“a tempo”,
ed cólp
“di botto”,
alacarlóⁿna
“inmanieradisordinata”) - combinazioni chepossonoessereconsideratevarianti
degli avverbi.
110
Questo aggettivo è formato sulla base del termine “prototipo”, che ha un’importanza
particolare nella linguistica cognitiva odierna, secondo la quale i prototipi rappresentano gli
“esemplari migliori” di una data categoria (W. Croft &D. A. Cruse,
Linguistica cognitiva
,
Roma, 2010, p. 111); sulla nozione di prototipo cf. inoltre J. R. Taylor,
La categorizzazione
linguistica. I prototipi nella teoria del linguaggio,
Macerata, 2007 (3a ed.), p. 87 e ss.
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