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b) inserzione di ° (che si trova sulla tastiera) immediatamente prima della lettera
vocalicaaccentata; esempi:
p
°
àn
“panno”,
d
°
àn
“danno” (nome), °
àn
“anno”,
m°èdra
“madre”,
l
°
èdor
“ladro”,
parl°èr
“parlare”,
v
°
édor
“vetro”,
v
°
én
“viene”,
p
°
òs
“posso”,
b
°
òta
“bòtta”,
al
°
óra
“allora”,
f
°
óg
“fuoco”,
m
°
ìga
“affatto”,
s°ùga
“asciuga”;
c) uso dei digrammi
,
eé, eè, oó, oò iì
,
uù,
caratterizzati da due lettere voca-
liche identiche; l’accento viene posto sulla seconda di esse in quanto il tono più
alto è alla fine. Esempi:
paàn
“panno”,
daàn
“danno” (nome),
aàn
“anno”,
meèdra
“madre”,
leèdor
“ladro”,
parleèr
“parlare”,
veédor
“vetro”,
veén
“viene”,
poòs
“posso”,
boòta
“bòtta”,
aloóra
“allora”,
foóg
“fuoco”,
miìga
“affatto”,
suùga
“asciuga”. Questa grafia ha, tra l’altro, il pregio di evidenziare che le vocali con
intonazione ascendente sono più lunghe di quelle con intonazione semplice, oltre
che, ovviamente, di quelle atone.
L’alternativa a), che è indubbiamente la più elegante, viene scartata in quanto le
lettere
â, ê, ệ, ô, ộ, î, û
(alcunedellequali sonousatedai francesi per scrivereparole
come
pâte
“pasta”,
être
“essere”,
hôpital
“ospedale”) non compaiono sulla tastiera,
ma devono essere inserite come simboli, rallentando notevolmente la scrittura dei
testi. Tra le restanti alternative si preferisce l’ultima, cioè c), in considerazione del
fatto che le doppie lettere vocaliche, in uso da tempo in altri paesi europei per scri-
vere sia lingue nazionali (per es., il neerlandese
42
e il finlandese
43
) sia dialetti (per
es., il
Plattdeutsch
dellaGermania settentrionale
44
), iniziano ad essereutilizzateper
lagrafiadei dialetti emiliani sianellepubblicazioni scientifiche, sianei testi dialettali
(come, per es., quelli dellavicinaCarpi). I digrammi
eé, eè, oó, oòaà
,
,
verranno
usati in questa grammatica per scrivere tutte le vocali con intonazione ascendente;
pertanto, come si può vedere dagli esempi
meèdra
,
leèdor
,
parleèr
sopra riportati,
sostituirà la lettera tradizionale
ä
(
mädra
,
lädor
,
parlär
)
,
chehaunamotivazione
storica
45
, ma non si giustifica sulla base del sistema fonologico del dialetto parmi-
giano di oggi, ammesso pure che
e
semiaperta con intonazione ascendente venga
realizzata con suoni più vicini alla vocale
a
rispetto a
e
semiaperta con intonazione
semplice.
Mirandoaduna scritturaunitariadeimorfi radicali edi quelli suffissali, si propone
di usare i digrammi
eé, eè, oó, oò aà
,
,
anche nei casi nei quali la vocale tonica
42
Cf.W.Shetter&E.Ham,
Dutch.AnessentialGrammar
(9aed.),NewYork, 2007, pp. 7-8.
43
Cf., F. Karlsson,
Finnish. An essentialGrammar
(2a ed.), London, 1999, p. 11.
44
Cf. H. Thies,
PlattdeutscheGrammatik
(2a ed.), Neumünster, 2011, pp. 46-48.
45
Cf.Bocchialini, op. cit., p. 10.Con
ä
si scriveunavocaledi timbro
e
derivatada
a
tonica
di origine latina, che l’italianoha conservato.Quest’evoluzionedel dialettoparmigiano è av-
venuta tuttavia inunperiodoabbastanzaantico, senz’altroprimadell’abbreviazionedellecon-
sonanti lunghe (o “doppie”): per tale motivo
a
con intonazione ascendente sviluppatasi in
seguito all’abbreviazione di una consonante lunga (o “doppia”) si è mantenuta immutata,
come, per es., in
baàsa
“bassa” e
caàsa
“cassa” (cf. Loporcaro, op cit., pp. 107-108).
11
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