con intonazione ascendente si riduce a semplice perché la parola cui essa appartiene
funzionacome semiclitico, appoggiandosi al segmento fonico successivo (parolaac-
centataoppure clitico (/clitici) +parola accentata): visto che inquestagrammatica si
evidenziano i semiclitici nellagrafiaaggiungendo il simbolo^alla loroultima lettera,
in tutte le parole contrassegnate con questo simbolo i digrammi
eé, eè, oó, oò aà
,
iì
,
uù
non hanno il valore solito, ma corrispondono a vocali con intonazione semplice,
come se fossero
é, è, ó, ò, à
,
ì
,
ù.
Si scriveràcosì, per es., c
avaàl
^
pìst
“cavallopesto”,
al sjoòr
^
Giànni
“il signorGianni”,
al noòstor
^
preét
“il nostroparroco”,
beél
^
bombén
“moltobello”,
còl^peèl
^
chì
“questopalo”,
toòc
^
ed lègn
“pezzodi legno”. Si useranno
invece le lettere vocaliche semplici nei casi nei quali gli avverbi funzionano come
elementi costitutivi dei connettori complessi.
46
Si indicherà inmaniera diversa il cambiamento di intonazione nell’ambito dei
morfi desinenziali del verbo, visto che qui il fenomeno ha una direzione contraria
(intonazione semplice> intonazioneascendente): si segnaleràconuna lettera singola
l’intonazione semplice della forma di base del morfo desinenziale usata nelle frasi
assertive, mentre con lettere raddoppiate quella ascendente delle frasi interrogative,
cheèunaconseguenzadell’aggiuntadel pronomecliticopospostocon la funzionedi
soggetto; si scriverà così, per es,
apart
ì
“partite”
≈part
iì
’v?
“partite?”,
at f
è
“fai”
≈
cò^f
eè
’t?
“cosa fai?”,
ablizgar
ò
“scivolerò”
≈blizgar
oò
’ja?
“scivolerò?”,
al dormirà
“dormirà”
≈dormiraà’l?
“dormirà?”. Per la stessa ragione si scriverannoconuna let-
tera raddoppiata anche le vocali della desinenza
-àn
del futuro e delle formemono-
sillabichedi presente indicativo
àn
“hanno”,
fàn
“fanno”,
dàn
“danno”,
vàn
“vanno”,
stàn
“stanno”,
én
“sono” seguite dal pronome clitico
i
; esempi:
m’al d
aà
n’i?
“me lo
danno?” (≈
im’al dàn
“me lodanno”),
gh’andr
aà
n’i?
“vi andranno?” (≈
i gh’andr
à
n
“vi andranno”). Quando invece la vocale con intonazione semplice della desinenza
della forma di basemantiene la propria intonazione perché questa e il clitico con la
funzionedi soggettopospostoadessa si appoggianoallaparolaaccentata successiva,
si useranno una lettera vocalica singola e il simbolo ^, che viene collocato dopo il
clitico perché questo e la forma verbale che lo precede costituiscono un unico seg-
mento fonico; si scriverà dunque, per es.,
l’àn’i^faàt?
“l’hanno fatto?”,
gh’én’i^stè?
“vi sono stati?”,
fàn’i^’l lavoór?
“fanno il lavoro?”.
Quanto poi alle frasi imperative del tipo
fà!
“fa’!”,
dì!
“di’!”,
fà’l!
“fallo!”,
dì’l!
“dillo!”, l’intonazionediscendentedella lorounicavocaleverrà rappresentataconun
digramma incui la letteravocalicaaccentataè laprimaanziché la seconda; si scriverà
così
fàa!
“fa’!”,
dìi!
“di’!”,
fàa’l!
“fallo!”,
dìi’l!
“dillo!’.
Con digrammi delmedesimo tipo si scriverà la vocale accentata delle parole che
rappresentano il rema contrastivo di frasi quali:
a Ròma al gh’andrà^lùu
“a Roma
andrà lui (piuttosto che altri)”,
nuèetor a farèma^al lavoór
“noi (piuttosto che altri)
faremo il lavoro”.
46
Cf. le pp. 165-171.
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