catore”: esso è un obliquo semipredicativo di
ésor
“essere” esprimente un rapporto
di identità
228
, mentre gli altri costituenti della frase “matrice” vengono inglobati in
una relativa che ha la funzione sintattica di soggettodi
ésor
. Se il pronome
che
ha la
funzione sintatticadi soggettodella relativa, sia il pronomepersonalecliticochepre-
cede
ésor,
sia il pronome personale cliticodella relativa (eccettuatoquello indistinto
a
) concordano inpersona enumero con l’obliquo semipredicativo, condizionando, a
lorovolta, la sceltadelle formedi
ésor
edel verbodella relativa; si costruiranno così
frasi quali
l’é^lù ch’a veén
“è lui che viene”,
j én^i sefoór ch’aportrà^Zvaàn
/
j én^i
sefoór ch’i portràn^Zvaàn
“sono autisti che porteranno Giovanni”,
a són^mì ch’a
vaàga^Pèrma
“sono io chevado aParma”,
at sì^tì ch’at è^faàt^al lavoór
“sei tu che
hai fatto il lavoro”Se invece il pronome
che
ha la funzione sintatticadi complemento
oggetto diretto della relativa, la concordanza in persona e numero è limitata ovvia-
menteal pronomepersonalecliticocheprecede
ésor;
cf., per es.,
l’é^lùch’j àn^vìst^in
citè
“è lui che hanno visto in città”,
a són^mì ch’j àn^critichè
“sono io che hanno
criticato”. Se infine il pronome
che
ha la funzione sintatticadi complementooggetto
indiretto, obliquo omodificatore circostanziale della relativa, la preposizione che
esprime questa funzione viene anticipata ed inserita davanti al nome che funge da
obliquo semipredicativo: inquestocaso il pronomepersonalecliticocheprecede
ésor
è
la
(sincopato in
l
’), che impone la scelta della forma
é
; cf., per es.,
l’é^a loór ch’i
daràn^al preémi
“è a loro che daranno il premio”,
l’é^con i ragaàs che laMarìa^la
gnirà
“è con i ragazzi cheMaria verrà”.
Che è
utilizzato pure in frasi scisse non prototipiche come
cuànt^eén’i ch’a fà^i
cómpit?
“quanti fanno i compiti?”,
cuànt^eén’i ch’à prenotè^i lìbor?
“quanti hanno
prenotato i libri?”
,
delle quali si è parlato sopra, trattando di
cuànt
.
Chì
229
hacaratteristichediverse rispettoa
che
: si riferisceadesseri umani, funziona
soltanto come soggetto e specifica un elemento della frase reggente segnalato per
mezzo del clitico indistinto
a
oppure inespresso. La frase relativa da esso introdotta
equella reggente si riferiscono anormeo abitudini piuttosto che avicende concrete;
hanno dunque una semantica affine a quella dei periodi ipotetici “della possibilità”,
con i quali sono intercambiabili. Per questa ragione, le frasi relativeche si rapportano
al soggettodella frase reggente tendono, come leprotasi dei periodi ipotetici, adessere
collocate dinanzi a questa, costituendo con essa una struttura denominata comune-
mente frase “pseudoscissa”, mentre l’ordine contrario è piuttosto raro; cf., per es.,
chì^rómpa, apeèga
“chi rompepaga” [=“sequalcuno rompe, paga”],
chì^é^stè^scotè
da l’aàcua
^
chèlda, à^paùraànca^dla frèda
“chi è stato scottatodall’acquacalda, ha
228
Una tale interpretazione non è l’unica possibile. Per i problemi ad essa legati, cf., per
es.,A. Panunzi,
Strutture scisse epseudoscisse: valori d’usodel verbo
essere
earticolazione
dell’informazione in italiano
(p. 10 e ss.).
Articolopubblicato inhttp://lablita.dit.unifi.it/preprint/panunzi_2009a/uploadingfile/at_download.
229
Continua lat.
qui
, forma di nominativo del pronome relativo (cf. Rohlfs, op. cit., vol.
2°, p. 195).
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