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SEMPLIFICAZIONEDELLASCRITTURA
Il dialetto è una lingua e come tale è una lingua vive che si evolve.
Vediamo l’evoluzione di alcune parole:
pader
pädor;
vundez
vundoz
; sinchev
sincov;
lavour
lavór
cuseina
cuzén’na
; spoeuza
spóza
.
Molti autori, come anche il Pezzani, hanno scritto, ad esempio :
“gioren”,
“foren”
come si usava alla loro epoca. Da tempo però la pronuncia era
“gioron”, “foron”.
Pertantobene ha fatto il Capacchi adusare la grafia corrispondente alla pronuncia.
Anche noi nella stesura del
“LunarioParmigiano”
dopo i primi numeri, viene
utilizzata la grafia del Capacchi.
Tendenza alla caduta dimolte vocali finali (specie nei nomimaschili)
es.:
témp
(tempo);
cór
(cuore);
bräv
(bravo);
fär
(fare).
GENEREDELSOSTANTIVO
a)Nomimaschili in italiano e femminili indialetto :
Es. l’ombrello (l’ombréla)
Es. Il pioppo (la piopa) ecc.
b)Nomi femminili in italiano emaschili indialetto :
Es. le uova (j óv)
Es. le lenzuola (i linsój) ecc.
ILFEMMINILE
si forma aggiungendo la desinenza « a « al nomemaschile:
Ragas = ragasa ; Pajzàn=pajzàna ecc.
PLURALE DELSOSTANTIVO
a)Nomimaschili: restano invariati
Es. al bicér
Î
i bicér
b)Nomi femminili: la «
-a
diventa «
-i
Es. la scrana
Î
il scrani
Nota:
E’ bene evitare la dialettizzazione dei vocaboli italiani come:
Gradén (péca) ; Patata (pomm-da-téra);Matón (quadrél) ; Pomodor (tomachi) ecc.
Nòn (nonno) si usa con aggettivo; nonón è usato al vocativoo per indicare terza
persona senza aggettivo.
Bórogh (usato da solo) e bórgh (usato col nome: es. BórghTòrt)
NUMERI
uno
Vóndi nostor
(la n finale quasi non si sente)
due
Doman), Du pe, du (du e basta) dòvv (vunna dil dòvv) pronome
tre
Tri (al tri ‘d spädi) - Tri ommi - Tre donni -Trejj (stil trejj donni)