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E’usata inoltrecon la funzionedi complementooggettodiretto, introducendo frasi
interrogative dipendenti da verbi che denotano atti comunicativi o incertezze gno-
seologiche: l’aspetto salientedal puntodi vista comunicativo è l’identificazionedel-
l’intervallo temporale denotato con
cuànd
. Esempi:
dìi’m cuànd^at gnirè!
“dimmi
quando verrai!”,
a’n sò^miìga cuànd^j én^partì
“non so quando siano partiti”.
Permettedi introdurre frasi relativecon la funzionedimodificatorecircostanziale
dipendenti da
témp
o da nomi affini più specifici quali
“giorno”,
smaàna
“setti-
mana”,
meéz
“mese”,
aàn
“anno”; cf., per es.,
l’é^pasè^’l témp cuànd^tùt^i feèvon
còl^ch’i vreèvon
“è passato il tempo in cui tutti facevano ciò che volevano”,
l’aàn
cuànd^at sì^nasù, tò^peèdor l’à^comprè^namàchina^noóva
“l’anno in cui sei nato,
tuo padre ha comprato un’auto nuova”.
Finché
(in luogodel quale si puòusareeventualmente
fìnacuànd
) introduce frasi
secondarie con la funzione dimodificatore circostanziale di tempo che contestualiz-
zano l’intervallo temporale incui termina lavicendadella fraseprincipale: si presenta
tale intervallo come contemporaneo a quello in cui intervengono i cambiamenti
(nuova azione o fine del perdurare di uno stato) denotati per mezzo della frase se-
condaria. Esempi:
j àn^lavorè finché^
(
/ fìn^a cuànd
)
’l padrón^l’é^rivè
“hanno la-
vorato fino a quando il padrone è arrivato”,
a lezarèma fin^ch’
(/
fìn^a cuànd
)
a’gh
sarà^ceèr
“leggeremo fino a quando ci sarà chiaro”.
Apéⁿna
(/
apéⁿnache
) esprimeuna funzionecircostanzialeanalogaaquelladi
dòp
che,
mapiù specifica: vieneprecisato che lavicendadella fraseprincipale segue im-
mediatamente quella della frase reggente. L’usodi
apéⁿna
+verbo finito è ammesso
soltantoquando i verbi delledue frasi (reggenteedipendente) hannoun soggettonon
coreferenziale,mentre incasocontrario si usaunacostruzionecon formadi participio
passato (non accompagnata da ausiliare) e
apéⁿna
in funzione dimodificatore circo-
stanziale
608
. Esempi:
apéⁿn’^i l’àn^vìst, l’é^scapè
(/
apéⁿna ch’i l’àn^vìst, l’é^scapè
)
“appena l’hanno visto, è scappato”,
a partirò apéⁿn’^a’gh sarà^ceèr
(/
a partirò
apéⁿna ch’a’gh sarà^ceèr
) “partirò appena ci sarà chiaro”.
Parchè
èusatacon la funzionedi complementooggettodiretto, introducendo frasi
interrogative dipendenti da verbi che denotano atti comunicativi o incertezze gno-
seologiche: l’aspetto salientedal puntodi vistacomunicativoè l’identificazionedella
causa (/fine) della vicenda denotata con la frase secondaria introdotta da
parchè.
Esempi:
dìi’mparchè^at sì^partì!
“dimmi perché sei partito!”,
a’n sò^miìgaparchè^j
én^gnù
“non so perché siano venuti”.
Permette inoltre di introdurre frasi con la funzione dimodificatore circostanziale
di causa/ fine, chevannocollocatedopoquella reggente.Esempi:
j én^andè^acàpar-
608
Cf., per es.,
l’é^partì apeⁿna^sintì lanotìsja
“èpartito subitodopoaver sentito lanotizia”.
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1...,181,182,183,184,185,186,187,188,189,190 192,193,194,195,196,197,198,199,200,201,...329
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