Dalmomént che
introduce frasi con la funzionedimodificatore circostanzialedi
causa; visto che la frase secondaria viene posta di preferenza prima di quella princi-
pale, si haunadistribuzionequasi complementare rispettoalle frasi causali introdotte
da
parché
.Esempi:
dalmomént^ch’apjoveèva, j én^andè^acà
“poichépioveva, sono
andati acasa”,
dalmomént^ch’at sì^gnù, a’smetarèma^a zugheèr
“poiché sei venuto,
cimetteremo a giocare”.
Sénsa che
è un connettore usato per segnalare che una determinata vicenda (/si-
tuazione) concomitante, attesa o ipotizzabile sulla base del contesto comunicativo,
non si realizza; è giustificato così l’uso del congiuntivo per il verbo della frase da
esso introdotta. L’usodi
sénsa che
+verbo finito è ammesso soltantoquando i verbi
della frase dipendente e di quella reggente hanno un soggetto non coreferenziale,
mentre in caso contrario si usa la costruzione
sénsa
+ infinito. Esempi:
l’à^faàt^al
lavoór, sénsa^che^nisón^alla jutìs
“ha fatto il lavoro senza che nessuno l’aiutasse”,
sérca ed gniìr sénsa^ch’ i’t vèdon!
“cerca di venire senza che ti vedano!”.
Sól che
(/
se sól
) hauna funzionedimodificatore circostanziale “situativo” affine
aquelladi
se
dei periodi ipotetici; senedifferenziaper il solo fattoche lacircostanza
vienepresentata come condizionenecessaria ai fini della realizzazionedellavicenda
della frase principale: poiché si esprimonovicende eventuali onon realizzatesi, cor-
risponde all’attesa l’uso dell’imperfetto o trapassato del congiuntivo nella frase se-
condaria e del condizionale in quella principale. Esempi:
sól^ch’ i vrìson, i
podrìson^juteèro’m
(/
se sól^i vrìson, i podrìson^juteèro’m
) “se soltanto volessero,
potrebbero aiutarmi”,
sól^ch’a n’avìs^miìga^pjovù, arìson^comincè^a lavoreèr
(/
se
sól^a n’avìs^miìga^pjovù, arìson^comincè^a lavoreèr
“se soltanto non avesse pio-
vuto, avremmo cominciato a lavorare”.
Ànca se
introduce frasi con la funzione di modificatore circostanziale denotanti
vicende (/situazioni) che, contrariamente a quanto atteso sulla base di informazioni
di tipo contestuale o enciclopedico, non condizionano la vicenda (/situazione) della
frase reggente. Quando le vicende sono reali, si usa l’indicativo (non futuro) in en-
trambe le frasi; cf., per es.,
ànca^s’a’gh’eéra^laneéva, a sèma^partì
“benchéci fosse
laneve, siamopartiti”,
a són^gnù, ànca^s’a’nm’avì^miìga^invidè
“sonovenuto, ben-
ché nonmi abbiate invitato”.Quando invece sono ipotetiche, si possono avere alter-
nativediverse, a secondadel fattocheesse sianopresentatecomeprobabili, possibili,
improbabili o impossibili: per quanto riguarda le sceltemorfologiche nei verbi delle
due frasi, si seguono principi analoghi a quelli sopra visti per i periodi ipotetici, po-
tendo scegliere tra l’indicativo e il congiuntivo imperfetto o trapassato. Esempi:
ànca^s’i m’inviìdon, a ne’gh vaàg^miìga
“anche se mi invitano, non ci vado,
ànca^s’a gnirà^l soól, a ne’gh sarà^miìga^chèld
“anche se verrà il sole, non ci sarà
caldo”,
anca^s’al gnìs, il coòzi i’n cambjarìson^miìga,
“anche se arrivasse, la situa-
180