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La funzione avversativa di
mo
è segnalata nell’ambito della sequenza fonica per
mezzodi una pausa fatta immediatamente prima di questo segno (che nella scrittura
indichiamo con la virgola); diversamente, sia
e
sia
o
non sono preceduti da nessuna
pausa. Le tre congiunzioni sono comunque legate dalla peculiarità comune di essere
atone e di appoggiarsi alla parola dalla quale sono seguite immediatamente.
Quando queste congiunzioni collegano aggettivi in funzione di modificatori op-
pure avverbi, si rimane nell’ambito della frase; esempi:
a conòs^un putén breèv e
ubidjént
“conoscounbambinobravoeubbidiente” (≈
aconòs^unputénch’al n’éné
breèv né ubidjént
“conosco un bambino che non è né bravo né ubbidiente”),
al
dzèma^ceèr e tónd
“lo diciamo chiaro e tondo”,
i voólon^dil pèni^ròsi o niìgri
“vo-
gliono delle penne rosse o nere”,
a veén incó o dmàn
“vengo oggi o domani”,
a
gh’ò^’n^càn^dizubidjént, moafetuoóz
“houn cane disubbidiente,ma affettuoso”,
al
lavoóra^ala zvèlta, mo bén
“lavora in fretta,ma bene”.
Quantodettovale anchenel caso in cui
e
,
o
colleganodueopiùnomi; esempi:
al
mè^amiìg eZvaàn i vàn^a cà
“ilmio amico eGiovanni vanno a casa”,
a’n veén né j
amiìg, né i parént
“nonvengononégli amici né i parenti”,
a’mvedrò^conmè^peèdor
o conmè^meèdra
“incontreròmio padre omiamadre”.
L’uso di
mo
con i nomi (/ pronomi) è più problematico, come risulta da esempi
quali
aj ò^vìst Zvaàn,momiìga^Peédor
“hovistoGiovanni,manonPietro”,
i dàn^un
preémi a lè, momiìg’^a tì “
danno un premio a lei, ma non a te”,
n’é^miìga^gnù^al
ragaàs,mo la ragaàsa
, “non èvenuto il ragazzo,ma la ragazza”; si può ritenere che
il nome (/pronome) che segue
mo
sia la codificazione ellittica di una frase, che è ne-
gativa quando
miìga
viene collocata dopo
mo
.
Si hannopoi frasi nelle quali la copula regge più aggettivi coordinati in funzione
predicativaounmedesimoverbo (chenon ènecessariamenteun ausiliare) reggepiù
formedi infinitocoordinate; cf., per es.,
l’é^beélae inteligénta
“èbellae intelligente”,
la n’é né beéla né inteligénta
“non è né bella, né intelligente”,
j én^bón ed leézor e
scrìvor
“sanno leggere e scrivere”,
i n’én^miìga^bón né’d^leézor né’d^scrìvor
“non
sanno leggere e scrivere”.
Quando lecongiunzioni
e
,
o
,
mo
colleganodueopiùverbi, si hanno frasi distinte.
Se il soggettodi tali frasi ècoreferenziale, il pronomecliticoobbligatorio in funzione
di soggettova ripetuto inciascunadi esse,mentreun lessemanominaleounpronome
tonico nellamedesima funzione viene usato soltanto in una di esse, che è la prima
quando le frasi sono assertive; esempi:
lù al stà^a cà a guardeèr^la televizjón o’l
và^al bàr
“lui sta a guardare la televisione o va al bar”,
i mè^amiìg j én^gnù e i
m’àn^parlè
“i miei amici sono venuti emi hanno parlato”,
al putén al gh’à^faàm,
mo’l ne voól^miìga^magneèr
“il bambino ha fame,ma non vuolemangiare”.
Se il soggettonon è coreferenziale, i pronomi clitici obbligatori in funzione di sog-
gettosonodifferenti eciascuna frasepresentapiùspessoun lessemanominaleounpro-
nome toniconellamedesima funzione;esempi:
Zvaàn l’é^’ndè^acàemìa’msón^mìs^a
scrìvor
“Giovanni è andato a casa e iomi sonomesso a scrivere”,
i’m pagaràn omì a
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