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chè^a pjoveèva
“sono andati a casa perché pioveva”,
a’t daàg^i sòld parchè’^t
poòs^andeèr^al ciìno
“ti do i soldi affinché tu possa andare al cinema”.
§ 2b. I connettori complessi
Intànt che
introduce frasi secondariecon la funzionedimodificatorecircostanziale
di tempo chedenotano eventi rispetto ai quali lavicendadella frase reggente è simul-
tanea; esempi:
intànt^ch’i scrìvon, a leéz^al giorneèl
“mentre scrivono, leggo il gior-
nale”,
intànt^ch’a leéz^al giorneèl, i scrìvon
“mentre leggo il giornale, scrivono”;
questi esempi hannounmedesimo senso: cambia soltanto laprospettivacomunicativa,
vistoche la fraseprincipaleha inentrambi i casiunasalienzacomunicativa (rematicità)
maggiore rispetto a quella secondaria.
Prìma che
introduce frasi secondarie con la funzione di modificatore circostan-
ziale di tempo che denotanovicende posteriori a quelle della frase reggente, presen-
tandole come previsioni legate all’àmbito temporale di quest’ultima; poiché le
previsioni possono realizzarsi omeno, nelle frasi introdotte da
prìma che
si usano
forme verbali di congiuntivo, scegliendo il presente o l’imperfetto a seconda del
tempo della frase reggente. Va aggiunto che l’uso di
prìma che
+ verbo finito è am-
messo soltanto quando i verbi della frase dipendente e di quella reggente hanno un
soggettononcoreferenziale,mentre incasocontrariovieneusata lacostruzione
prìma
ed
+ infinito. Esempi:
’l é^gnù prìma^ch’andìson^vìa
“è venuto prima che partis-
simo”,
al scrivrà^la lìtra prìma^ch’i veénn’^a toóro’l
“scriverà la lettera prima che
venganoaprenderlo”. Inalternativaa frasi secondariecomequelladel primoesempio
senepossonousarealtrecon lacostruzione
cuànd
+negazione+
ancòra
, con laquale
il parlante si limitaaconstatare i fatti, senza farealcunaprevisione; cf., per es.,
l’é^gnù
cuànd^i n’eérn’^ancòra^partì
“è venuto quando non erano ancora partiti”.
Dòp
609
che
si differenziadall’affine
prìmache
innanzituttoper il diverso rapporto
temporaledella frase secondaria (daesso introdotta) conquella reggente, cheèdi an-
terioritàanzichédi posteriorità. Inoltrecon la frase introdottada
dòpche
non si fanno
previsioni a partire dalle vicende reali della frase reggente: se questa denota vicende
avvenute, anch’essaesprimevicendeavvenute; leprevisioni sono limitateai casi nei
quali anche la frase principale esprime una previsione (evidenziata con la scelta del
futuro). Similmente a
prìma che,
l’usodi
dòp che
+verbo finito è ammesso soltanto
quando i verbi della frasedipendente edi quella reggentehannoun soggettonon co-
referenziale, mentre in caso contrario viene usata la costruzione
dòp
+ infinito.
Esempi:
i s’ànportè^’l botìlji dòp^ch’a séron^gnù^acà
“ci hannoportato lebottiglie
dopocheeravamovenuti acasa”,
agnirò^acàdòp^ch’a sarì^rivè
“verròacasadopo
che sarete arrivati”.
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L’intonazione ascendente dell’avverbio diventa qui semplice.
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