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8. I segni della categoriadella congiunzione
Osservazioni generali
La categoriadella congiunzione è chiamata così perché i lessemi ad essa apparte-
nenti hanno la funzione di connettere due o più costituenti. E’problematico fornire
una definizione più precisa, visto che essa comprende lessemi di due classi sintat-
tico-funzionali sensibilmentediverse: le congiunzioni coordinative equelle subordi-
native.
Lecongiunzioni coordinativenell’usoprototipicoconnettonodueopiùcostituenti
di unamedesimacategoria sintattica, accomunati dall’identitàdi funzionenell’ambito
del periodo o della frase in cui vengono usati. Le congiunzioni subordinative con-
nettono invece due costituenti che hanno ruoli gerarchici diversi: uno è subordinato
all’altro. Il loro uso prototipico è sottoposto ad un importante vincolo, che viene di-
sattivato di rado: il costituente subordinato deve realizzarsi come frase il cui verbo
hauna forma finita.Lecongiunzioni subordinative sonodunque indistribuzionecom-
plementare con le preposizioni sopra esaminate, il cui costituente subordinato può
realizzarsi soltanto come nome o come frase il cui verbo ha una forma di infinito.
Sulla base di quantodetto, si può affermare che le congiunzioni coordinative e le
preposizioni sono i poli estremi di un
continuum
, al cui centro si collocano le con-
giunzioni subordinative.
§ 1. Le congiunzioni coordinative
I lessemi cheappartengonoallaclassedelle
congiunzioni coordinative
non sono
molto numerosi.
§ 1a. Le congiunzioni prototipiche
Traessi spiccano lecongiunzioni coordinativeprototipiche
e
594
“e”,
o
595
“o”,
mo
596
“ma”, che collegano tra loro segni di unamedesima categoria sintattica, i quali pos-
sonoessereverbi, nomi (/pronomi), aggettivi oavverbi.Lacongiunzione
e
(più spesso
sostituitada
nell’ambitodelle strutturenegative) hauna funzione semantica
principaledenominabileaggiuntiva,mentre la funzioneprincipaledi
o
, chepuòvenire
considerato suo antonimo, è disgiuntiva. Quanto a
mo
,
ha una funzione avversativa,
segnalando che uno dei due segni da essa collegati - che, ovviamente, deve essere
posto dopo la congiunzione stessa - è inaspettato sulla base dell’altro per ragioni di
carattere semantico-“enciclopedico”oeventualmentecontestuali; esempio:
almeéstor
l’à^vìst^Zvaàn, momiìga^Peédor
“il maestro ha vistoGiovanni, ma non Pietro”; la
frase presuppone che ilmaestro avrebbe dovuto vedere siaGiovanni, siaPietro.
594
E’ riconducibile a lat.
et.
595
E’ riconducibile a lat.
aut.
596
E’ riconducibile a lat.
modo
“ora” (cf. Rohlfs, op. cit., vol. 3°, p. 170).
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