Layout 1 - page 203

insieme di individui (/oggetti); per talemotivo il sensodi una frase quale
i poòc^ra-
gaàs
(/
chì^poòc^ragaàs
)
ch’aj ò^vìst j eéron^contént
“, sopra riportata, potrebbeve-
nire espresso inmaniera alternativa permezzo della sequenza
i
(/
chì
)
ragaàs ch’aj
ò^vìst
,
ch’ j eéron^poòc
,
j eéron^contént
“.
Agli indefiniti
socuànt, poòc, tànt
si avvicinanodal puntodi vista semantico i nu-
merali cardinali. Si spiega così perché i numerali cardinali diversi da
vón
“uno”ven-
gano usati come specificatori dei nomi secondo regole analoghe a quelle ora viste
per
socuànt, poòc, tànt.
Usati più spesso senza articoli e dimostrativi
613
, compaiono pure in costruzioni
del tipo di quelle viste per
socuànt, poòc, tànt
:
(a1)
articolodeterminativo+numerale
+
nome
(plur.) +
frase relativa
;
(a2)
còl
+numerale
+
nome
(plur.) [+eventuale
lì/ la
] +
frase relativa
;
b)
còl
+numerale
+
nome
(plur.) +
lì/ la
.
Esempi: (a)
cósti j én^il dò^màchini ch’at è^vìst
“queste sono le due macchine
chehai visto”,
aj ò^catè^chì^dù^lìbor ch’a sarcheèva
“ho trovato i due libri che cer-
cavo”, (b)
chìl^deéz^scàtli^là j én zò^’dpòst
“quelle dieci scatole sono fuori posto”,
dàa’m chì^sìnc^biceér^chì!
“dammi questi cinque bicchieri!”.
In queste frasi i numerali cardinali servono a quantificare esattamente entità già
notedal contestoedenotatequindi permezzodi nomi accompagnati dall’articolode-
terminativo o dall’aggettivo possessivo.
Con l’indefinito
eètor
non sono ammessi invece né l’articolo determinativo, né
l’aggettivodimostrativo
stè
. Se il nome reggenteha la funzionenon anaforica, si ag-
giunge a
eètor
l’articolo indeterminativo (ma
di
,
dil
614
connome di numeroplurale),
se invecehaquellaanaforica, si usa il dimostrativo
còl
(varianti abbreviate); per evi-
denziare l’eventuale funzionedeitticadi quest’ultimo si inseriscedopo il nome l’av-
verbio
chì
o
con la funzione sintattica dimodificatore restrittivo di
còl
.
Con
eètor
si hanno dunque le costruzioni seguenti:
(a 1) articolo indeterminativo
+
eètor
^+
nome
(sing.);
(a 2)
di
/
dil
+
eètor
^+
nome
(plur.);
(b)
cl
’+
eètor
^+
nome
(sing. o plur.);
(c)
cl
+
eètor
^+
nome
(sing. o plur.) +
chì
/
là.
Esempi: a)
’n eètor^biceér
“un altro bicchiere”,
dj eètor^biceér
“degli altri bic-
chieri”,
n’ eètra^sreéza
“un’altra ciliegia”,
dilj eètri^sreézi
“delle altre ciliegie”; b)
cl’eètor^biceér
“l’altro bicchiere”,
chj eètor^biceér
“gli altri bicchieri”,
cl’eètra^sreéza
“l’altra ciliegia”,
chilj^eètri^sreézi
“le altre ciliegie”; c)
cl’eètor^bi-
ceér^chì
“quest’altro bicchiere”,
chj eètor^biceér^chì
“questi altri bicchieri”,
cl’eè-
613
Con tali costruzioni si esprimeunaquantificazione senza forniregli elementi necessari
ai fini di un’identificazione delle entità quantificate; cf., per es.,
aj ò^vìst^dò^màchini
“ho
visto due automobili”,
dàa’m sìnc^ed chì^biceér^chì!
“dammi cinque di questi bicchieri!”.
614
Quandounnome èpartedel predicatonominale, queste formepossono eventualmente
mancare; si pensi, per es, alla frase
còst j én^témp^difìcil
“questi sono tempi difficili”.
190
1...,193,194,195,196,197,198,199,200,201,202 204,205,206,207,208,209,210,211,212,213,...329
Powered by FlippingBook