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Non si notano differenze semantiche nemmeno in frasi esclamative del tipo
che
càn^
beél
!
“che cane bello!” ≈
che beél^
càn
!
“che bel cane!”.
§ 3a 1.Aggettivi qualificativi e specificatori
Moltodi rado i nomi che reggono aggettivi qualificativi vengonousati senza spe-
cificatori.
Tale uso si riscontra in primo luogo quando essi fungono da predicato nominale
dellacopula
ésor
; esempio:
l’é^roòba^féⁿna
“è robadi qualità”. Inqualchealtrocaso
poi i nomi figurano in gruppi preposizionali che funzionano come varianti degli av-
verbi; esempi:
andeèr^amuùz^sùt
“andareaboccaasciutta”,
magneér^abòca^pjéⁿna
“mangiare a bocca piena”. Questi gruppi sono espressioni parzialmente idiomatiche
che il parlantememorizzaal pari delleparole singoleedusa“automaticamente”come
se fosse un elemento lessicale unico.
Quasi sempre i nomi accompagnati dagli aggettivi qualificativi sonousati insieme
agli specificatori secondo i principi definiti nel paragrafo precedente.
Nei rari casi nei quali precede il nome reggente, l’aggettivoqualificativo è conti-
guoadesso, venendo inseritodopogli specificatori; esempi:
al beél^càn
“il bel cane”,
unbeél^càn
“unbel cane”,
sté^beél^càn
“questobel cane”,
tùt^i beéj^càn
“tutti i bei
cani”,
al mè^beél^càn
“ilmio bel cane”,
chì^deéz beéj^càn
“i dieci bei cani”.
Anche quando segue il nome, l’aggettivo qualificativo tende ad essere contiguo
adesso, sicché l’avverbio
chì, lì, là
usatocomemodificatoredi undimostrativo tende
ad essere collocato non tra questo e il nome, ma dopo, come, per es., nel sintagma
còl^càn^beél^chì.
Se l’elemento
chì, lì, là
precede invece l’aggettivo qualificativo
(cf., per es.,
còl^càn^chì beél
), questo ha una funzione quasi-predicativa piuttosto
che attributiva, essendo intercambiabile con una struttura del tipo
còl^càn^chì
,
ch’-
l’é
^
beél
“questo cane, che è bello”.
§ 3b. La costruzionenome reggente+
ed
+
nome
616
Inquestacostruzione il segnopolisemico
ed
ha funzioni semantichedifferenti, per-
mettendodi esprimere: a) lanozionedi possesso (
màchina^dal zvinànt
“macchinadel
vicino”), b) la relazione intercorrente tra una parte ed un tutto che la comprende
(
mànog^dlascòva
“manicodellascopa”), c) il contenutodiuncontenitore (
biceér^d’aà-
cua
“bicchiere d’acqua”), d) lamateria rapportata ad una data unità di misura (
lìtor
^d’aàcua
“litrod’acqua”,
chiìlo^’dpàn
“chilodi pane”,
toòc^edpàn
“pezzodi pane”),
e) le peculiaritàmateriali degli oggetti (
tèvla^’d lègn
“tavolo di legno”,
fój^’d chèrta
“fogliodi carta”).
616
Va qui notato che la preposizione
ed
può eventualmente reggere un avverbio anziché
un nome, permettendo di ottenere sintagmi quali
pàn^’d jeér/ pàn^d’incò
“pane di ieri/ pane
di oggi”.Vistoche si trattadi un fenomenodi importanzamarginale, nellepagineche seguono
si prescinderà dalla sua trattazione.
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