alternative quali:
al corteél ch’aj ò^drovè par tajeèr^al salaàm
“il coltello che ho
usatoper tagliare il salame”,
al lìbor ch’at’m’è^dìt
“libro chemi hai detto”,
l’é^nasù
lanoòta ch’anaàsa^i loòc
“è natonella notte nella quale nasconogli allocchi”. Può
usare inoltre frasi relative introdotte per mezzo degli avverbi
indò
“dove”,
cuànd
“quando”,
cmé
“come”; esempi:
la cà indò^i stàn
“la casanellaquale abitano”,
l’àn
cuànd^é^gnù^’l teremoòt
“l’anno in cui c’è stato il terremoto”,
la maneéra cmé^j
àn^faàt^i lavoór
“ilmodo in cui hanno fatto i lavori”.
§ 4. Imodificatori dei nomi propri
Sono piuttosto rari. Vengono usati per permettere una distinzione quando in un
medesimo contesto comunicativo vi sia più di una persona con lo stesso nome. Si
possono avere così sintagmi quali:
Màrjoal bjónd
“Mario il biondo”,
Zvaànal bar-
beér
“Giovanni il barbiere”,
Marìa la giò·nva
“Maria la giovane”.
§ 5. I complementi dei nomi comuni
Numerosi lessemi nominali di matrice verbale (o eventualmente aggettivale),
come, per es.,
scritoór
“scrittore”,
letuùra
“lettura”,
dmànda
“domanda”,
sconfìta
“sconfitta”,
parténsa
“partenza”,
ariìv
“arrivo”,
incóntor
“incontro”,
regaàl
“regalo”,
voója
“desiderio”,
bravuùra
“bravura”, hanno una valenza definibile in termini di
“ruoli semantici”, analogaaquellaallaquale si èaccennatoparlandodellepeculiarità
semantichedei verbi.Questi lessemi possonodunque reggereunoopiùcomplementi,
che, adifferenzadi quelli dei verbi corrispondenti, devonoessereconnessi tutti quanti
al nome reggentecon l’ausiliodi preposizioni.Esempi:
scritoór^edcomédii
“scrittore
di commedie”,
letuùra^dla lìtra
“letturadella lettera”,
dmànda^dal ragaàs
“domanda
del ragazzo”/
dmànda^’dmatrimòni
“richiestadimatrimonio”/
dmànda^’dmatrimòni
da pèrta dal ragaàs
“domanda di matrimonio da parte del ragazzo”,
sconfìta^dla
scuèdra
“sconfitta della squadra”,
parténsa^ed Zvaàn par Ròma
“partenza di Gio-
vanni per Roma”,
ariìv^dl’amiìg da Milàn
“arrivo dell’amico da Milano”,
incóntor^dal meéstor con i scoleèr
“incontro del maestro con gli scolari”,
regaàl^dl’amiìg par lù
“regalo dell’amico per lui”/
regàl^ed na pèna par lù
“regalo
di una penna per lui”,
voója^’d café
“voglia di caffè”,
bravuùra^dj atoór
“bravura
degli attori”. Sullabasedegli esempi ora forniti si può formulare la regolache il primo
complemento, posto immediatamentedopo il nomedimatriceverbale (oaggettivale)
e connesso per mezzo della preposizione
ed
, può avere uno dei ruoli semantici se-
guenti:TEMA/ PAZIENTEoppureAGENTE. I ruoli diTEMA/ PAZIENTE sonogli
unici possibili con i nomi d’agente del tipo
scritoór,
visto che il ruolo diAGENTE
spetta al referente del nome d’agente stesso. Con i nomi esprimenti reificazioni ela-
borate sulla base di verbi intransitivi o aggettivi il candidato al posto di primo com-
plemento è quello con il ruolo semantico di TEMA; cf., per es., i sintagmi
parténsa^dal putén
“partenza del bambino”,
ariìv^ed j oòspit
“arrivo degli ospiti”
oppure
bravuùra^di sonadoór
“bravura dei suonatori”. Quando invece i nomi sono
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