pronunciata con l’intonazione discendente, che nella grafia di questa grammatica è
indicata permezzo di un digramma in cui si accenta la prima vocale. Il pronome to-
nico segnalante il rema non si appoggia al verbo né si unisce con esso in un unico
blocco, ma costituisce un blocco a sé stante, con la conseguenza che si tende a non
omettere il clitico
a
(/
aj
), si preferiscono le forme
at
e
al
alle varianti “alleggerite”
t
e
l
enon si usano le forme sincopate
nueètr’
e
vueètr’
.Esempi:
mìi aguadaàgn^bom-
bén
“sono io che guadagnomolto”,
tìi at guadaàgn^bombén
“sei tu che guadagni
molto”,
lùu al guadaàgna^bombén
“è lui che guadagna molto”,
nuèetor a guada-
gnèma^bombén
“siamo noi che guadagnamomolto”,
vuèetor a guadagnì^bombén
“siete voi che guadagnatemolto”. Per esprimere ilmedesimo senso si puòutilizzare
anche l’alternativa delle frasi “scisse”, nell’ambito delle quali si possono scegliere
sia la costruzione con
che
+ verbo finito, sia quella con
a
+ infinito; cf., per es.,
a
són
^
mì ch’a guadaàgn^bombén/ a són
^
mì a guadagneèr^bombén
“sono io che gua-
dagnomolto/ sono io a guadagnaremolto”,
at sì
^
tì ch’at guadaàgn^bombén/ at sì
^
tì
a guadagneèr^bombén
“sei tu che guadagnimolto”.
§2a2. I segni accentati non sono formedi pronomi personali tonici
Con tali segni vengonousate le sole formedel pronomepersonaleatonodi 3aper-
sona, che si proponedi ordinare induediversi gruppi, includendonel primo le “nor-
mali” forme
il, la, i
e nel secondo quella indistinta
a
, compatibile con un secondo
soggetto di qualsiasi numero e genere.
Primo gruppo
segno tonico
pronome clitico
636
verbo
singolare singolare singolare
nome/ gruppo nominale
637
pronome dimostrativo
m.
còst
(
e
)
,
f.
còsta
m.
còl
, f.
còla
m.
al
(/
l
), f.
la
638
forma verbale di 3a pers.
639
636
Vanotato che in alcuni proverbi edetti riportati nel dizionariodiMalaspina il pronome
clitico del soggettomanca. Esempi:
galéⁿna^veécia fà^bón^broòd
“gallina vecchia fa buon
brodo”,
tùt^i grùp s’ardùzn’^al peéton
“tutti i nodi vengono al pettine”,
tùt^i zbutón
peèrn’^inànsunpaàs
“tutte le spinte fanno fareunpassoavanti”,
al giùdisi veéndòp^lamòrta
“il giudizio viene dopo lamorte”,
cuànd^a’n gh’é^’l gaàt, i sòrog baàlon
“quando non c’è il
gatto i topi ballano”,
al djeèvol gh’à^mìs^i sò^coòron
“il diavolovi hamesso le sue corna”,
al
meèl veén^a cavaàl e al và^vìa^a pè
“ilmale viene a cavallo e se ne va a piedi”. Tali dati in-
duconoa ritenerecheun tempo il dialettoparmigianononusasse il pronomecliticodel soggetto
insieme ad un nome con lamedesima funzione sintattica, seguendo regole analoghe a quelle
del francese standard, chenonammette frasi del tipo
l’enfant il arrive
“il bambinoarriva”,ma
usa
l’enfant arrive
.E’questaun’ipotesi confermatadal fattoche il francesecolloquialeodierno
hauna tipologia simileaquelladel dialettoparmigiano, potendousare la frase
l’enfant il arrive
;
al riguardocf. J.Culberston,
Convergent evidence forcategorial change inFrench: fromsubject
clitic toagreementmarker
, in “Language” 86 (2010), p. 105 e ss.
637
Se il nomemanca e la testa del sintagma è un aggettivo, si hanno i cosidetti “aggettivi
sostantivati”.
208