con laconseguenzache laposizioneè irrilevanteperuna sua interpretazione sintattica.
Poiché il nome (/pronome) con la funzionedi soggettopospostoal verbo tendea fun-
zionarecome remadella frasee, di conseguenza, adessere sededella suaprominenza
tonica, la collocazione dell’obliquo o del circostanziale è irrilevante pure dal punto
di vista comunicativo; si preferisce tuttavia collocare questo prima del soggetto per
ottenereuna frasedall’andamentopiù continuo, nellaquale il costituente con lapro-
minenza tonica ne occupa la parte finale (così, per es.,
a và^a Bològna un
noòstr’^amiìg
“vaaBolognaunnostroamico”, vapreferitaallavariante
avà^unno-
òstr’^amiìgaBològna
“va un nostro amico aBologna”).
I principi ora esposti valgono anche per le frasi con verbo transitivo nelle quali il
complemento oggetto diretto è espresso per mezzo di un pronome personale clitico
(che si unisce al clitico
a
formando
alla
665
/
all’
“lo”,
a la
/
a l’
“la”,
a ja
/
a j’
“gli, le”)
evacollocatoquindi dinanzi al verbo; esempi:
allapòrta i
(
/di
)
sefoór
“loportanogli
(/degli) autisti”,
all’àportè i
(
/di
)
sefoór
“l’hannoportatogli (/degli) autisti”,
a lapòrta
i
(
/di
)
sefoór
“laportanogli (/degli) autisti”,
a l’àporteèda i
(
/di
)
sefoór
“l’hannopor-
tatagli (/degli) autisti”,
a japòrta i
(
/di
)
sefoór
“li/leportanogli (/degli) autisti”,
a j’à
portè i
(
/di
)
sefoór
“li hannoportati gli (/degli) autisti, lehannoportategli (/degli) au-
tisti”.Anche qui un eventuale segno tonico con la funzione di obliquoodi circostan-
ziale va collocato di preferenza tra il verbo e il nome (pronome) con la funzione di
soggetto;
a japòrta^aBològna i
(
/di
)
sefoór
“li/leportano aBolognagli (/degli) auti-
sti”,
alla taàja^col corteél Zvaàn
“lo taglia con il coltelloGiovanni”.
Quando si usadopo il verbounnome (/pronome) con la funzionedi complemento
oggetto diretto, che, come il soggetto, non è introdotto da una preposizione, l’ele-
mentodiscriminanteai fini di un’interpretazionecorrettadiventa laprominenza tonica
della frase, che tendeadesserecollocata sul nome (/pronome) con la funzione sintat-
tica di soggetto, posposto al verbo per la semplice ragione che di norma è il rema.
Anche qui si otterrà una frase dall’andamento più continuo collocando il soggetto
dopo il complementooggettodiretto; cf., per es.,
a scrìva^la lìtra i ragaàs
(/
il ragaàsi
)
“scrivono la lettera i ragazzi (/le ragazze)”,
à^faàt^còl lavoór^chì dil dòni
“hanno
fattoquesto lavorodelledonne”. Sepoi inuna frase si esprimepermezzodi unnome
anche il complementooggetto indiretto, conviene non inserire sia questo sia il com-
plementooggettodiretto tra il verboe il soggetto, perchéne risulterebbeuna sequenza
dall’andamento troppo “pesante”: è preferibile collocare il complementooggetto in-
diretto in posizione preverbale, formando frasi come
ai ragaàs a’gh dà^’l regaàl
n’alenadoór
“ai ragazzi dà il regalounallenatore”. Per lamedesima ragione si dovrà
preferire la frase
Zvaànallaportarà^inmàchina i sefoór
“Giovanni accompagneranno
665
E’ questo il risultato di un rifacimentomorfologico, resosi necessario perché
al
, svi-
luppo foneticonormaledi
a
+
al
, sarebbe stato troppoambiguo, confondendosi siacon
al
, pro-
nome clitico del soggetto, sia con
al
, pronome clitico del complemento oggetto diretto. Tale
rifacimento ha avuto la propriamatrice in
al’la
, cui si è accennato nel 2° capitolo, trattando
dei pronomi personali clitici del complemento oggetto.
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