cettuati gli avverbi con la funzionedimodificatori restrittivi che formanocon il verbo
ungruppoparzialmente idiomatico (come, per es., nelle frasi
veén^zò^dil gòsi°?
“ca-
dono delle gocce?”,
và^foóra^la ragaàsa°?
“esce la ragazza?”): una tale scelta per-
mette di differenziaremeglio le frasi interrogative da quelle assertive corrispondenti,
nelle quali, come si è visto, si preferisce invece inserire i singoli complementi tra il
verbo e il soggetto. Si useranno dunque sequenze del tipo
và^i^medézim° a Ròma?
“vanno gli stessi a Roma?” (o la variante alternativa
a Ròma a’gh và^i medézim°?
),
veén tò^peèdor° conmì?
“viene tuopadreconme?”,
fà^i tò^amiìg°al lavoór?
“fanno
il lavoro i tuoi amici?”,
scrìva^còsti^chì° la lìtra?
“scrivono questi la lettera?”
veén^Zvaàn° al ciìno^conmì?
“viene Giovanni al cinema conme?”; in esse si rag-
giunge il picco intonazionale sul nome (/pronome) con la funzione di soggetto, scen-
dendo verso toni più bassi nel segmento fonico successivo. Quando tale nome
(/pronome) èdi numeroplurale, è ammessapureunavariante alternativa con clitico
i
e forma verbale di 3a pers. plurale; così, per esempio, in luogo delle frasi riportate
sopra si possonousare le varianti
vàn’i^imedézim° aRòma?
,
fàn’i^i tò^amiìg° al la-
voór?
,
scrìvn’i^ còsti^chì° la lìtra?.
Quando ilverbodella frasevienecodificatoconuna formaperifrastica, lecostruzioni
senzacliticodel soggettohannounusopiù limitato: sono lasceltapreferenzialesoltanto
nelle frasi il cui segno tonicopospostocon la funzionedi soggettoèunnome (/pronome)
di numero singolareoppureuna formadi pluraledei pronomi indefiniti
socuànt, poòc
,
tànt
,
parèć, troòp
usata insieme al clitico
ni
(/
nin
); cf., per es.,
é^gnù^lameéstra°?
“è
venuta lamaestra?”,
àparlè^nisón°?
“nonhaparlatonessuno”; cf., peres.,
n’é^gnù^so-
cuànt°?
“ne sono arrivati alcuni?”,
n’é^partì^poòc° (/tànti°
)? “ne sono partiti pochi
(/molti)?”. Se invece il segno tonico posposto con la funzione di soggetto è un nome
(/pronomediversodagli indefiniti oramenzionati) di numeroplurale, si tendeadusare
il cliticodel soggetto
i
e le formeverbalidiplurale, senzaescludere tuttaviaun’eventuale
costruzione alternativa senza clitico del soggetto; cf., per es.,
én’i^gnuùdi^’l meéstri?
“sonovenute lemaestre?”,
àn’i^parlè^inoòstr’^amiìg?
“hannoparlato inostri amici?”,
alaragaàsagh’àn’i^bravè^i zvinànt?
(/
alaragaàsagh’à^bravè i zvinànt°?
)“la ragazza
l’hanno sgridata i vicini?”.
Un eventuale complemento nell’ambito di una frase il cui verbo è codificato con
una forma perifrastica tende ad essere collocato dopo il soggetto posposto, benché
sia questo la sede della prominenza tonica della frase; cf., per es.
à parlè^nisón° col
putén?
“nonhaparlatonessunocon il bambino?”,
é^gnù^lameéstra°con tì?
“èvenuta
lamaestra con te
?, àn’i^parlè^i noòstr’^amiìg° con lù?
“hannoparlato i nostri amici
con lui?”,
àn’i^faàt^ i tò^amiìg° al lavoór?
(/
à^faàt^ i tò^amiìg° al lavoór?
) “hanno
fatto i tuoi amici il lavoro?”
.
Per evitare sequenze postverbali troppo lunghe, si può
eventualmente collocare il complemento prima del verbo oppure usare una frase
scissa, inserendo l’elemento rematico nella sua struttura iniziale; cf., per es.,
con
còli^’d la luùzaàn’i^parlè^i noòstr’^amiìg?
“congli elettricisti hannoparlato i nostri
amici?” oppure
én’i^i noòstr’^amiìg, ch’a^parlè^con còli^’d la luùza
“sono i nostri
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