tendeadessere seguito immediatamentedal verbo; di conseguenza, il nome/pronome
dimostrativocon la funzionedi soggetto, pur riallacciandosi adun’informazionenota,
va collocato dopo il verbo o addirittura dopo un eventuale complemento oggetto od
obliquo. Poiché la collocazione postverbale del soggetto è “anomala” dal punto di
vista della funzione comunicativa, si giustifica l’usodei pronomi clitici del soggetto
-l/ -la/ -i
, scelti sulla base del numero e, limitatamente al singolare, del genere del
nome/pronome dimostrativo con la funzione di soggetto. Esempi:
chì^à’l^vìst al ra-
gaàs?
“chi è statovistodal ragazzo?
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”,
con chì^gniraàn’i i tò^amiìg?
“con chi ver-
ranno i tuoi amici?”,
chì^eé’l al meéstor?
“chi è il maestro?”,
chì^eén’i i tò^amiìg?
“quali sono i tuoi amici?”,
indò^è’la^steèda lameéstra?
“dove è stata lamaestra?”,
a
chì^scrivràn’i^la lìtra i ragaàs?
“achi scriveranno la lettera i ragazzi?”. Inalternativa
si può ovviamente usare il nome/pronome dimostrativo con la funzione di soggetto
come elementodistaccato a sinistra, costruendo frasi quali
al ragàs°, chì^à’l^vìst?
“il
ragazzo, chi ha visto?”,
i tò^amiìg°, con chì^gniraàn’i?
“i tuoi amici, con chi ver-
ranno?”,
al meéstor°, chì^eé’l?
“il maestro, chi è?”,
i tò^amiìg°, chì^eén’i?
“i tuoi
amici, quali sono?”,
lameéstra°, indò^é’la^steèda?
“lamaestra, dove è stata?”,
i ra-
gaàs°, a chì^scrivràn’i^la lìtra?
“i ragazzi, a chi scriveranno la lettera?”.
Rientrano in (a) pure le frasi interrogative spezzate che attendono una risposta
“sì” o “no”. In queste frasi, che si articolano in due parti connesse permezzo di
che
oppuredellapreposizione
a
, l’usodei clitici postverbali del soggetto riguarda laparte
reggente (posta prima dell’altra), con la quale si evidenzia l’elemento focale della
domanda. Cf., per es.,
é’la^la zvinànta ch’a breèva^ala ragaàsa?
“è la vicina che
sgrida la ragazza?”/
é’la^la zvinànta a braveèr^ala ragaàsa?
“è la vicina a sgridare
la ragazza?”,
én’i
^
i sefoór ch’aportrà^Zvaàn^inmàchina?
“sonogli autisti chepor-
terannoGiovanni inmacchina?”/
saràn’i
^
i sefoóraporteèr^Zvaàn^inmàchina?
“sa-
rannogli autisti adaccompagnareGiovanni inmacchina?”,
é’l^unnoòstr’^amiìgch’à
vìst’^al putén?
“èunnostroamicochehavisto il bambino?”/
é’l^stè^unnoòstr’^amiìg
a vèdr’^al putén?
“è stato un nostro amico a vedere il bambino?”.
Vanno ricordate infine le frasi che contengonouna forma del pronome indefinito
tùt
pospostaal verbo.Con il cliticoè
i
(/
j
)di frasi quali
veénn’i^tùti?
“vengono tutti?”,
fàn’i^tùti col vjaàz^chì?
“fanno tutti questoviaggio?”: si fa riferimentoadungruppo
notodi individui,mentre
tùti
ha la semplice funzionedi “enfatizzare” che lavicenda
denotatadal verbo riguarda la totalitàdegli individui del gruppo.Undiscorsoanalogo
vale per frasi con il clitico
il
oppure
la
come
marsìso’l^tùt?
≈
marsìs’la^tùta?
, che
vanno tradotte in italianocon“marciscecompletamente?”; se invecenon si inserisce
il clitico, ne risulta la frase
marsìsa^tùt°?
“marcisce tutto?”nellaquale
tùt
si riferisce
ad una quantità non delimitata presa nella sua totalità.
Classe (b)
Comprende le frasi interrogative che nonvengono introdotte da segni
interrogativi enon sono frasi scisse.Nelle sue costruzioni più tipiche, schematizzate
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It.
chi ha visto il ragazzo?
è piuttosto l’equivalente di
chi a vìst al ragaàs?
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