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dal verbodella frase secondaria successiva, il cui soggettoècodificato siapermezzo
del segno interrogativopostoall’inizio, siapermezzodi unpronomepersonaleclitico
cheoccupa laposizionenormalenell’ambitodella frase secondaria. Con il segno in-
terrogativoall’iniziodell’intera struttura simette in risalto il “fulcro”delladomanda,
lasciando al destinatario il compito di trovare nell’ambito della frase finale la sua
“matrice” sintattica, individuabile sulla base della forma del pronome personale cli-
tico. Quanto a tale clitico poi, le norme che ne regolano la scelta sono lemedesime
delle frasi secondarie nel cui ambito è collocato un segno interrogativo in funzione
di soggetto: con
chì
si deveusare il clitico indistinto
a
,mentre con i nomi specificati
daunaggettivo interrogativo sonoammessi siaquesto sia i clitici
al
la
i
.Esempi:
chì
^pénso’t ch’
a
sìa^gnù^a cà^mèja
“chi pensi che sia venuto a casamia?”,
che ra-
gaàsi
a dzì ch’
a
stùdja^a Pèrma?
/
che ragaàsi
a dzì ch’
i
stùdjon^a Pèrma?
“quali
ragazze dite che studiano a Parma?”.
E’ammessa inoltre lapossibilità (facoltativa) di porre in risalto segni non interro-
gativi collocandoli all’iniziodi strutturecomplesse: tali segni sonoelementi distaccati
a sinistra che hanno un rapporto dipendenziale “a lunga distanza”, in quanto dipen-
dononondal verbodella frasecontigua,madaquellodella frase secondaria introdotta
da
che
; anche qui la loro “matrice” sintattica nell’ambitodi questa frase è contrasse-
gnataconuna formadel pronomepersonalecliticocon la funzionedi soggetto.Esem-
pio:
al putén,
i peénson ch’
al
sìa^béle^partì
“il bambino [quanto al bambino],
pensano che sia già partito”.
§ 5b. Nelle frasi infinitive
E’ungruppo composito
693
, inquanto le frasi infinitivepossono avere funzioni di-
693
Da esso va esclusa la costruzione “
feèr
+ infinito”, che può essere equiparata ad una
forma verbale perifrastica, in quanto tra
feèr
e l’infinito può essere interposto al massimo
qualcheavverbio, come, per es., nella frase
i’t fàn^sémpor^scapeèr
“ti fanno sempre scappare”.
Tale costruzione ha una duplice valenza, che èmotivata dalla semantica lessicale del verbo
con formadi infinito: sequestoè intransitivoousato intransitivamente, regge il solocomple-
mento oggetto diretto (che corrisponde ai ruoli semantici di TEMA, PAZIENTE o, al limite,
AGENTE), se inveceè transitivo, oltreal complementooggettodiretto reggequello indiretto
(che corrisponde ai ruoli semantici di SPERIMENTATOREoAGENTE). I due complementi
precedono il verbo
feèr
sevengono realizzati permezzodi unpronomepersonaleclitico,men-
tre seguono la forma di infinito negli altri casi. Esempi:
i’l fàn^scapeèr
“lo fanno scappare”
i fàn^scapeèr^al càn
“fanno scappare il cane”,
alme fà^morìr
“mi famorire”≈
al fà^morìr^i
sò^genitoór
“fa morire i suoi genitori”,
i’l fàn^bévor
“lo fanno bere” ≈
i fàn^bévr’^i
noòstr’^oòspit
“fannobere i nostri ospiti”,
i’gh fàn^bévor^dal vén
“gli/le fannoberedel vino”
i fàn^bévor^dal vén aj noòstr’^oòspit
“fanno bere del vino ai nostri ospiti”,
i’gh
àn^faàt^feèr^al lavoór
“gli/le hanno fatto fare il lavoro”,
j’àn^faàt^feèr^al lavoór a Zvaàn
“hanno fatto fare il lavoro aGiovanni”
i’gh fàn^crèdor ch’a sèma^partì
“gli/le fanno credere
che siamo partiti” ≈
i fàn^crèdr’^aj ragaàs ch’a sèma^partì
“fanno credere ai ragazzi che
siamo partiti”.
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