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Se ladomanda è incentrata sul soggettopiuttosto che sulla realizzazionedellavi-
cenda stessa, si deve codificarequesto conun segno tonico (indispensabileper porre
sudi esso l’accentodella frase), collocandolodopo il verbo. Quandoquesto segno è
unpronome personale tonico, la sua presenza nonha nessun impatto sulle scelte del
pronome clitico del soggetto; cf., per es.,
al putén l’ò’ja^vìst^mì?
“il bambino l’ho
visto io?”,
còl^lavoór al farè’t^ti?
“il lavoro lo farai tu?”,
al lìbor al scrìvo’l^lù?
“il
libro lo scrive lui?”,
la lìtra la scrivaràla^lè?
“la lettera la scriverà lei?”.
Quando il segno tonico con la funzione di soggetto è un nome (o pronome dimo-
strativo/ indefinito), secondo il principio generale enunciato alle pp. 219-222 non si
usanoclitici del soggetto, scegliendoper il verbouna formadi 3apers. singolare; tale
principio può essere applicato senza rischio di fraintendimenti in frasi quali
i ragaàs
ja pòrta^a cà^tò^peèdor°?
“i ragazzi li porta a casa tuo padre?”,
i putén j’à^vìst^un
noòstr’^amiìg°?
“i bambini li ha visti un nostro amico?”,
i studént j’à^portè^inmà-
china^i sefoór°?
“gli studenti, li hanno accompagnati inmacchinagli autisti?”,
la ra-
gaàsa, l’à^vista^i zvinaànt°?
“la ragazza l’hanno sgridata i vicini?”. In alternativa si
possonoeventualmenteusare i clitici posposti del soggetto -
l
, -
la
,-
i
, l’ultimodei quali
impone la sceltadi formeverbali di 3apers. plurale; cf. per es.,
Zvaànal portràn’i^in
màchina^i sefoór?
“Giovanni loaccompagneranno inmacchinagli autisti?”,
al putén
l’à’l^vìst^un noòstr’^amiìg?
“il bambino l’ha visto un nostro amico?”,
laMarìa la
pòrtn’i^inmàchina i sefoór?
“Maria l’accompagnano inmacchina degli autisti?”,
i
ragaàs japòrto’l^a cà^tò^peèdor?
“i ragazzi li porta a casa tuopadre?”.
Come nelle frasi assertive, anche qui è possibile usare codificazioni alternative
con la costruzione passiva, che permettono di mantenere immutato l’ordine dei co-
stituenti basilari della frase attiva corrispondente; cf., per es.,
Zvaàn sarà’l^portè^in
màchina daj sefoór?
“Giovanni sarà accompagnato in macchina dagli autisti?”
Zvaànal portràn’i^inmàchina^i sefoór?
“Giovanni loaccompagneranno inmacchina
gli autisti?”
al putén é’l^stè^vìst da un noòstr’^amiìg?
“il bambino è stato visto da
un nostro amico?” ≈
al putén l’à’l^vìst^un noòstr’^amiìg?
“il bambino l’ha visto un
nostro amico?”. Un’ulteriore alternativa potrebbe essere l’uso delle frasi scisse, che
si differenziano tuttaviadalleprecedenti perché spostano l’elemento focaledellado-
manda inposizione iniziale,mettendolo inprimopiano; cf., per es.,
en’i^i sefoór ch’a
portrà^Zvaàn^inmàchina?
“sonogli autisti cheaccompagnerannoGiovanni inmac-
china?” (/
saràn’i^i sefoór a porteèr^Zvaàn^inmàchina?
) “saranno gli autisti ad ac-
compagnare Giovanni inmacchina?”,
é’l^un noòstr’^amiìg ch’a^vìst^al putén?
“è
stato un nostro amico a vedere il bambino?” (/
é’l^stè^un noòstr’^amiìg a^vèdr’^al
putén?
“è stato un nostro amico a vedere il bambino?”.
(c) Frasi imperative
Iprincipi concernenti le frasi con formedi imperativo sonocompletamentediversi,
vistoche in tali frasi tutti i segni (sia tonici siaatoni) con la funzionedi complemento
oggetto seguono il verbo. Quando si usa l’alternativa dei pronomi clitici, si esclude
l’eventualità che il complementooggettodiretto sia l’elemento rematicodella frase,
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