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quest’ambito la funzione sintattica di complemento oggetto diretto; cf., per es.,
a
chi^penso’t ch’j àbjon^portè^’l regaàl?
“a chi pensi che abbianoportato il regalo?”.
Il rapportodipendenzialepuòconcernereancheun segnonon interrogativo inserito
comeelementodistaccatoa sinistra, lacui “matrice” sintatticanell’ambitodella frase
secondaria è codificata con una forma del pronome personale clitico; cf., per es.,
al
putén i’gh voólon^deèr^un regaàl
“al bambino vogliono dargli un regalo”.
§ 7b2. Nelle frasi il cui verbo èuna formadi infinito odi participio
Le frasi infinitive sono limitateai casi nei quali il loro soggetto inespressoequello
della frase reggente sono coreferenziali. Si devono distinguere due tipi diversi.
a)La frase infinitiva èun’interrogativa indiretta introdottapermezzodi un segno
interrogativo (pronome/ nome specificato da un aggettivo interrogativo) con la fun-
zione di complemento oggetto indiretto. Esempi:
a’n sò^miìga a chì^deèr al regaàl
“non so a chi dare il regalo”,
a vrìs^saveér a che ragaàs regaleèr^i lìbor
“vorrei sa-
pere quali ragazzi regalare i libri”.
b)La frase infinitivaè introdottapermezzodi unapreposizioneoppure senza l’au-
silio di segni subordinativi. In linea di principio vale quanto si è detto per il comple-
mento oggetto diretto: il complemento oggetto indiretto segue la forma verbale di
infinitoe, quandononèunpronomepersonaleclitico, viene inseritodopo il participio
delle formeperifrastichedi infinitopassato. Il complementooggetto indirettoprecede
quello diretto se è una forma del pronome personale clitico, lo segue invece se è un
nome o pronome tonico, mentre il complemento oggetto è una forma del pronome
personaleclitico; quandopoi entrambi i complementi sonocodificati permezzodi un
nomeopronome tonico, ciascunodi essi può siaprecedere sia seguire l’altro.Esempi:
agh’ò^l’intensjónedmandeèr’gh^un regaàl
“ho l’intenzionedimandargli un regalo”
a gh’ò^l’intensjón edmandeèr^un regaàl aZvaàn
“ho l’intenzione dimandare un
regaloaGiovanni”/
agh’ò^l’intensjónedmandeèr^aZvaànunregaàl
“ho l’intenzione
dimandare aGiovanni un regalo”,
al gniràdòp^aveèro’gh^scrìt
“verrà dopo avergli
scritto”≈
al gniràdòp^aveèr^scrìt^almeéstor
“verrà dopo aver scritto almaestro”.
Il tipo b) comprende pure le dipendenze “a lunga distanza”, regolate da principi
analoghi a quelli visti per le frasi secondarie con verbo finito; cf., per es.,
a
chì^gh’èt^l’intensjón edmandeèr’gh^un regaàl?
“a chi ha l’intenzione di mandare
un regalo?”
Una forma di participio in funzione di modificatore circostanziale può reggere
soltanto un nome (o pronome tonico) in funzione di complemento oggetto diretto,
che viene collocato dopo di essa; cf., per es.,
apéⁿna dè^la carameéla^aj putén,
l’é^partì
“appenadata lacaramellaai bambini, èpartito”. Per poter esprimere il com-
plemento oggetto indiretto permezzo di un clitico è necessario usare la costruzione
alternativa con
doòpa
+ infinito; cf., per es.,
doòp^aveéro’gh^dè^la carameéla,
l’é^partì
“dopo avergli dato la caramella, è partito”.
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1...,244,245,246,247,248,249,250,251,252,253 255,256,257,258,259,260,261,262,263,264,...329
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