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1) pronome interrogativo o nome accompagnato da uno specificatore inter-
rogativo
Questi segni vengonoposti all’iniziodella frasee, purnonessendo sededel suoac-
cento principale, ne esprimono il rema, in quanto la richiesta di nuove informazioni
verte sugli individui/oggetti daessi denotati.Esempi:
chì^è’t^vìst
?“chi hai visto?”,
che
vén^voóln’i?
“qualevinovogliono?”≈
chevén^voóln’i inoòstr’^amiìg?
(/
cueèl^eé’l^al
vén che i noòstr’^amiìg^i voólon?
) “quale vino vogliono i nostri amici?”,
cuànti^lìtri
à’la^scrìt la ragaàsa
? (/
cuànt^eén’i il lìtri che la ragaàsa
^
l’à^scrìt?
) “quante lettere
ha scritto la ragazza?”
2) pronome personale clitico
Un segno atonodi questo tipoviene collocatoprimadel verbonelle frasi non im-
perative,madopo il verbo inquelle imperative; segue immediatamenteuneventuale
pronomepersonaleclitico in funzionedi complementooggetto indiretto.La tipologia
della sua disposizione lineare nell’ambito della frase può essere così rappresentata:
frasi non imperative
clitico
(ogg. dir.) +
verbo
clitico
(ogg. indir.)
+ clitico
(ogg. dir.) +
verbo
frasi imperative
verbo+ clitico
(ogg. dir.)
verbo+ clitico
(ogg. indir.)
+ clitico
(ogg. dir.).
Esempi:
i’l vèdon
“lo vedono”,
al m’al pòrta
“me lo porta”,
juùt’ja!
“aiutali!”
pòrt’mo’l!
“portamelo!”,
3) nome opronome tonico
Questi segni vengono collocati dopo il verbo e possono sia precedere sia seguire
un eventuale nome o pronome tonico in funzione di complemento oggetto indiretto.
La tipologia della sua disposizione lineare, che è lamedesima nelle frasi non impe-
rative ed in quelle imperative, può essere così rappresentata:
verbo+nome/pron. tonico
(ogg. dir.)
(a)
verbo + nome/pron. tonico
(ogg. dir.)
+ nome/pron. tonico
(ogg. indir.)
(b)
verbo+nome/pron. tonico
(ogg. indir.)
+nome/pron. tonico
(ogg. dir.).
L’alternativa (a)viene sceltaquando l’oggetto indirettohaungradodi informatività
(ovverodi rematicità)maggioredi quellodel complementooggettodiretto, l’alterna-
tiva (b)viene sceltaquandoè l’oggettodirettoadavere il gradomaggioredi rematicità.
Esempi:
al scrìva^la lìtra
“scrive la lettera”,
a bravèma^Zvaàn
“sgridiamoGio-
vanni”,
a ne’t daàg gnénta
(/
at daàg gnénta
) “non ti do nulla”
a vèd^tì
(
/lù/ lè/ loór
)
“vedo te (/lui/ lei/ loro)”,
a voi^còst
(
/còl^là
) “voglio questo/ quello”,
at
è^incontrè^cuelcdón
(
/tùti
) “hai incontratoqualcuno (/tutti/ tutte)”,
j’àn^dè^’l regaàl
aZvaàn
“hannoconsegnato il regaloaGiovanni”≈
j’àn^dè^aZvaànal regaàl
“hanno
consegnato aGiovanni il regalo”.
Se il nome opronome tonico è il rema della frase (ovvero l’elemento saliente dal
punto di vista comunicativo), esso tende ad essere collocato in posizione finale e ad
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1...,235,236,237,238,239,240,241,242,243,244 246,247,248,249,250,251,252,253,254,255,...329
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