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Ilmedesimo ruolo semanticoèpeculiareanchedel soggettodi una seriedi lessemi
d’azionenonprototipici.Alcuni di essi, che sono transitivi,ma ammettonopure l’uso
intransitivo, denotanoazionimateriali aventi comepropria sedeopuntodi irradiazione
il corpodegli esseri animati (inprimo luogoumani):
magneèr
“mangiare” [≈
dzuneèr
“digiunare”],
zgagneèr
“masticare”,
rozgheèr
“rosicchiare”
767
,
bjaseèr
“biascicare”,
ingogneèr
“ingoiare”,
digeriìr
“digerire”,
bévor
“bere”
768
,
vomiteèr
“vomitare”,
can-
teèr
“cantare” (che limita laclassedegli animali agli uccelli canori) e
fumeèr
“fumare”
(che esclude tutti quanti gli animali); a
magneèr
e
bévor
si ricollegano
dizneèr
“pran-
zare”e
sneèr
“cenare”, con i quali si segnalanomacroazioni (ovveroazioni complesse)
situate inperiodi diversi dellagiornata, checomprendeno i denotati dei verbi
magneèr
e
bévor
, ma, a differenza di questi, non ammettono un complemento oggetto. Altri,
ugualmente transitivi, denotano azioni non prototipiche che si avvicinano agli stati,
come, per es.,
sostgniìr
“sostenere”,
tgniìr
“tenere”,
speteèr
“aspettare”.
Vi sonopoi verbi come
laseèr
“lasciare”e
incontreèr
“incontrare”, cheprevedono
duediversecostruzioni alternative, ciascunadellequali esprimeaspetti semantici di-
versi: (a) unapartedei protagonisti viene inquadratanel soggettocon il ruolo seman-
tico di TEMAAGENTIVO e una (quella che “subisce” l’azione) nel complemento
oggetto con il ruolo semanticodi TEMA (cf., per es.,
Zvaàn l’à lasè^laMarìa
“Gio-
vanni ha lasciatoMaria”); (b) senessunodi essi “subisce” l’azione, tutti i protagonisti
vengono inquadrati nel soggetto con il ruolo semanticodiTEMAAGENTIVO e de-
notati permezzodi duenomi coordinati oppuredi ununiconomedi numeroplurale,
mentre al pronome riflessivo “reciproco” spetta la funzionedi complementooggetto
con il ruolo semanticodiTEMA(cf., per es.,
Zvaàn^e laMarìa i s’én lasè
“Giovanni
eMaria si sono lasciati”).
Hanno costruzioni alternative simili verbi “verbi reciproci” come
zugheèr
“gio-
care”,
parzeèr
“pareggiare”
769
,
zmorozeèr
“amoreggiare”,
tacagneèr
“litigare”,
com-
bàtor
“combattere” (/
compétor
“competere”,
loteèr
“lottare”): (a) una parte dei
protagonisti viene inquadrata nel soggetto con il ruolo semantico di TEMAAGEN-
TIVOeuna (quellache“subisce” l’azioneovienemessa in secondopiano) nell’obli-
quo con il ruolo semantico di SOCIATIVO (cf., per es.,
un ragaàs al zuùga^con
cl’eètor
“un ragazzogioca con l’altro”,
Zvaànal tacaàgnaconPeédor
“Giovanni li-
tiga conPietro”); (b) se nessunodi essi “subisce” l’azione ovienemesso in secondo
piano, tutti i protagonisti sono inquadrati nel soggettocon il ruolo semanticodiTEMA
AGENTIVO e denotati permezzo di due nomi coordinati oppure di un unico nome
767
Va menzionata la frase proverbiale
l
é^meéj rozgheèr^n’oòs ché’n bastón
“è meglio
rosicchiare un osso che un bastone” [= èmeglio poco che nulla].
768
Diversamentedaquestoverbo,
tracaneèr
“tracannare”haunuso limitatoai soli esseri
umani.
769
Diversamenteda
parzeèr,
gli affini
vénsor
“vincere”e
pèrdor
“perdere”non sonoverbi
reciproci e non reggono nessun complemento.
292
1...,295,296,297,298,299,300,301,302,303,304 306,307,308,309,310,311,312,313,314,315,...329
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