“cesto”,
caàsa
“cassa”) è riempito; il primo èusatonell’importante costruzione
pjén
ed
+nome, nella quale significa “fornito (/dotato) abbondantemente di” (cf., per es.,
i sintagmi
na faàciapjéⁿna^’dboòtli
“una facciapienadi foruncoli”,
un zachèt pjén^’d
maàci
“una giacca piena dimacchie”,
un òm pjén^’d sòld
“un uomo pieno di soldi”
[= un uomo ricco],
un ragaàs pjén^’d difeét
“un ragazzo pieno di difetti”,
un soldè
pjén^’d coraǵ
“un soldato pieno di coraggio” [= un soldato coraggioso]. Se anziché
uncontenitore si hauna superficiepiana, si usano invecegli aggettivi
càrog
“carico”
(femm.
càrga
) ≈
scàrog
“scarico” (femm.
scàrga
). Vi sono poi gli aggettivi
nuùd
(femm.
nuùda
) “nudo” ≈
vestì
“vestito” (femm.
vestiìda
), che qualificano in primo
luogo gli esseri umani.
Altre qualitàmateriali permettono di fissare aspetti della storia degli oggetti /in-
dividui. Con i nomi denotanti esseri animati (in particolare umani) si usano gli ag-
gettivi primari
giòvon
“giovane” (femm.
giò·nva
) ≈
veéć
“vecchio” (femm.
veécia
),
oltre a forme di participio quali
carsù
“cresciuto” (femm.
carsuùda
). Se i nomi de-
notano frutti, si usano gli aggettivi
azeèrob
“acerbo” (femm.
azèrba
)/
melmaduùr
748
“pocomaturo” (femm.
melmaduùra
) ≈
maduùr
“maturo” (femm.
maduùra
); con i
nomi deimanufatti si usano invece
noóv
749
“nuovo” (femm.
noóva
)≈
veéć
“vecchio”
(femm.
veécia
)/
antiìg
750
“antico” (femm.
antiìga
). Rientrano qui anche aggettivi
quali
viìv
“vivo” (femm.
viìva
) ≈
mòrt
“morto” (femm.
mòrta
),
vérd
“verde” (femm.
vérda
) ≈
sèc
“secco” (femm.
sèca
), come pure
mèrs
“marcio” (femm.
mèrs
),
patoòc
“completamente marcio” (femm.
patoòca
),
ròt
“rotto” (femm.
ròta
)/
stlè
“rotto”
(femm.
stleèda
),
guaàst
“guasto” (femm.
guaàsta
); le forme di participio
mòrt
,
ròt
e
stlè
si distinguonodagli altri aggettivi inquanto segnalano insieme che laqualità è il
risultato di un processo.
Vi sono infine qualità che riflettono la costituzione fisica degli esseri animati (in
particolare umani) e sono espresse da aggettivi quali
fòrt
751
“
forte” (femm
. fòrta
) ≈
deébol
“debole” (femm
.deébla
),
robùst “
robusto” (femm
. robùsta
)≈
gràsil
“gracile”
(femm
. gràsila
).Altrepoi sono semplicemente influenzateda tale condizione fisica:
cf. per es., gli aggettivi
zvèlt
752
“veloce, svelto” (femm
. zvèlta
)≈
lóng
“lento” (femm
.
lónga
) /
intreég
“impacciato” (femm
. intreéga
).
748
Quest’aggettivopuòessereusatoanche in riferimentoagli esseri umani, specienel sin-
tagma
ésor^un gràn
^
melmaduùr
“essere un buono a nulla/ un balordo”.
749
Degno di nota è il sintagma idiomatico
noóv^ed trénca
“nuovo di zecca”.
750
Quest’aggettivo può essere usato in dipendenza dai nomi denotanti esseri umani, ac-
quisendo il significatometaforicodi “antiquato”: degnodimenzioneè il sintagma idiomatico
antiìg cmé^’l mèsći^’d lègn
“antiquato come imestoli di legno” [=molto antiquato].
751
Questo aggettivo è usato nell’espressione idiomatica
fòrt cmé^’l trón
“forte come il
tuono”[=molto forte]. Esso significa anche “infortito”; cf. il sintagma
fòrt cmé^l’azeèj
“in-
fortito come l’aceto”.
752
Degnodi notaè il sintagma
zvèlt cmé^na sajèta
“velocecomeuna freccia”[=moltove-
loce].
283