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logneèda
) /
sfortunè
“sfortunato, handicappato” (femm.
sfortuneèda
) poi si qualifi-
canogli individui rispettoacircostanzechenon sono sotto il lorocontrollo; a
sfortunè
si avvicinadal puntodi vista semantico
dezgrasjè
(/
dizgrasjè
) “disgraziato, infelice”
(femm.
dezgrasjeèda
). Degno di nota è il sintagma idiomatico
fortunè cmé^i càn^in
ceéza
“fortunato come i cani in chiesa” [=molto sfortunato].
Tra gli aggettivi che qualificano i nomi denotanti oggetti rientrano innanzitutto
quelli che ne concernono il valore venale:
econòmic
“economico” (femm.
econò-
mica
)/
miìga^cheèr
“noncaro” [/
da spéndor^poòc
“da spenderepoco”]≈
cheèr
“caro”
[/
da spéndor^bombén
“da spenderemolto”]. Gli oggetti possono inoltre venir quali-
ficati con
còmod
“comodo” (femm.
còmda
) ≈
scòmod
“scomodo” (femm.
scòmda
),
ùtil
“utile” (femm.
ùtila
) ≈
dzùtil
“inutile” (femm.
dzùtil
). Altri aggettivi frequenti
come
fàcil
“facile” ≈
difìcil
“difficile” invece qualificano in primo luogo le reifica-
zioni; certo, possono essere usati entrambi con funzione semantica metaforica per
qualificare gli individui, come, per es., nei sintagmi
dòna^fàcila
“donna che si con-
cedeagli uomini”,
dòna^difìcila
“donna intrattabile”. Si possono ricordare inoltre
le-
gìtim
“legittimo” (femm.
legìtima
)/
lésit
“lecito” (femm.
lésita
) ≈
ilegìtim
“illegittimo” (femm.
ilegìtima
)/
ilésit
“illecito” (femm.
ilésita
),
probàbil
“probabile”
(femm.
probàbila
)≈
improbàbil
“improbabile” (femm.
improbàbila
), oltreche
uzueèl
“usuale” (femm.
uzueèla
) ≈
reèr
“raro” (femm.
reèra
), con i quali si possono quali-
ficare anche gli oggetti.
Congli aggettivi
vizìbil
“visibile” (femm.
vizìbila
) ≈
invizìbil
“invisibile” (femm.
invizìbila
) si qualificanogli oggetti,mentrecon
evidént
“evidente” (femm.
evidénta
)
ocùlt “
occulto” (femm.
ocùlta
) le reificazioni; gli oggetti possonovenirequalificati
inoltre con
sòlid
“solido” (femm.
sòlida
) ≈
lìcuid
“liquido” (femm.
lìcuida
),
sémpi
“scempio” (femm.
sémpja
)≈
dòpi
“doppio” (femm.
dòpja
),
inteèron
“interno” (femm.
inteèrna
)≈
esteèron
“esterno” (femm.
esteèrna
),
granloóz
“granuloso” (femm.
gran-
loóza
),
gruploóz
“nodoso” (femm.
gruploóza
),
sfojoóz
“che tendea sfogliarsi” (femm.
sfojoóza
),
fèrtil
“fertile” (femm.
fèrtila
).
Si ricordano infinegli aggettivi
compaàgn
“uguale” (femm.
compaàgna
)
759
,
sìmil
“simile” (femm.
sìmila
)/
somìljant
“simile” (femm.
somìljanta
),
scompaàgn
“diverso”
(femm.
scompaàgna
),
difarént
“differente” (femm.
difarénta
), che si combinanocon
nomi di qualsiasi tipo.
§ 6. Limitazioni dell’usodegli aggettivi
Il dialettoparmigianonondisponedi aggettivi chepermettonodi fornireprecisa-
zioni sullamateria degli oggetti. Mancano aggettivi quali it.
bovino, suino, equino,
ligneo, aureo
e vengono usati esclusivamente nomi introdotti dalla preposizione
ed
,
come, per es., nei sintagmi,
chèrna^’d bò/ nimeèl, cavaàl
“carne bovina, suina,
equina”,
croóza^’d lègn
“croce lignea”,
aneél^d’oòr
“anello aureo”.
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L’aggettivo
ugueèl
“uguale” (femm.
ugueèla
) va considerato un italianismo.
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