“aOvest”; ilNordvienedenotato invececon laparola
setentarjón
“settentrione”, con
cui si forma il gruppo
a setentarjón
“aNord”.Vapoi notatoche l’Italiadel Sudviene
chiamata
Baàs’^Italja
“Bassa Italia”.
Laparola
smaàna
comprende imeronimi
lundì
“lunedì”,
martedì
“martedì”,
mar-
cordì
“mercoledì”,
giovedì
“giovedì”,
venardì
“venedì”,
saàbot
“sabato”
727
,
doménica
“
domenica”; quantopoi ad
aàn,
esso si articola neimeronimi delle stagioni (
prima-
veéra
“primavera”,
istè
“estate”,
avtón
“autunno”,
inveèron
“inverno”) e dei mesi
(
zneèr
“gennaio”,
farveèr
“febbraio”,
mèrs
“marzo”,
avriìl
“aprile”,
maàǵ
“maggio”,
zùgn
/
giùgn
“giugno”,
lùj
“luglio”,
agòst
“agosto”,
setémbor
“settembre”,
otòbor
“ot-
tobre”,
novémbor
“novembre”,
dicémbor
“dicembre”).
Rientranoqui anche i lessemi
prinsìpi
“inizio, principio”,
fén
(femm.) “fine”,
con-
tinuasjón
“continuazione”, che individuano inmanieraapprossimativa i segmenti ini-
ziale, mediano, o terminale di un intervallo temporale identificabile sulla base della
situazionecomunicativa.Quandopoi tali lessemi hannocomecomplementounnome
d’azione, definiscono le fasi diverse (iniziale,mediana, terminale) della vicenda de-
notatadaquestonome; cf., per es.,
al prinsìpi^dla fioriduùra
“l’iniziodella fioritura”,
lacontinuasjón^dlapasegeèda
“lacontinuazionedellapasseggiata”,
la fén^dal lavoór
“la fine del lavoro”. Essi vengono usati in alcune frasi degne di nota:
toórla^sù dal
prinsìpi
“prenderla dall’inizio”,
n’aveérogh né prinsìpi né fén
“non avere né inizio
né fine”,
tùt à^fén
“tutto finisce”.
§ 3c. Le entità che definiscono la lingua e la comunicazione
Vengono denotate per mezzo di lessemi quali
sìgn
“segno”,
paroòla
“parola”,
freèza
“frase”,
teést
“testo”. L’ultimodi essi fa riferimento adun insieme coerentedi
frasi su un dato tema e puòmaterializzarsi, per es., come
discórs
“discorso”,
lìbor
“libro”,
artìcol
“articolo”,
iscrisjón
“iscrizione”; sulla base dei generi letterari si di-
stinguono iponimi quali, per es.,
romànz
“romanzo”,
racónt
“racconto”,
foòla
“fiaba”,
poezìa
“poesia”,
leégia
“legge”.Nell’ambitocomunicativo rientra inoltre
signeèl
“se-
gnale”, con cui si esprime inmaniera sintetica unmessaggio ben preciso; si pensi,
per es., ai
signeèl^stradeèl
“segnali stradali”.
All’attività comunicativa dell’uomo si rapportano inoltre lessemi quali
parmeés
“permesso”,
órdin
“ordine, comando”,
dmànda
“domanda”,
rispoòsta
“risposta” (che
hanno un evidente nesso semantico con i verbi
parmètor
,
ordineèr
,
dmandeèr
,
ri-
spóndor
): essi rientrano nell’ambito dei “nomi d’azione”, chiamati così perché con-
cernono in primo luogo azioni
728
o attività, peculiari dell’agire umano, denotando
delle reificazioni. Poiché si trattadi reificazioni piuttostochedi oggetti, inalternativa
a tali nomi si possonousarecostruzioni aventi come testauna formadel lessemaver-
727
Degno di nota è il sintagma idiomatico
la smaàna di dù^saàbot
“la settimana dei due
sabati” [=mai].
728
Secondogli schemi proposti nel 2° capitolovannodefinitecome stati causati, processi
causati, eventi causati oppure attività causate.
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