Gli avverbi
soóra
496
“sopra” e
sòta
497
“sotto” collocano laMETA nella parte su-
periore o inferiore di uno spazio, mentre
davànti
498
/ dednàns
499
“davanti” e
dardè
500
“dietro” nella parte anteriore o posteriore; queste opposizioni si neutralizzano nel
casodi
adoòs
501
“addosso”, concui si indicapiuttostouncontattocon laparteesterna
del corpo di un essere umano (o eventualmente di un animale). Con
déntor
502
“den-
tro”- antonimodi
foóra
- si colloca invece laMETAall’internodi uno spaziochenon
comprende il punto d’origine delmovimento.
AllaMETA si rapportano pure gli avverbi
datoórna
“intorno” e
trameéza
(
/ da-
meéza
) “inmezzo”: il primo individuauna traettoriadi tipocircolare (es.
i giìron^da-
toórna
“girano intorno”),mentre il secondo segnalaun’interposizione tradueoggetti,
che può essere anchemetaforica, come nella frase
al semèta^sémpor^trameéza
“si
intromette sempre”.
Alcuni degli avverbi sopramenzionati possono fungere anche damodificatori di
verbi stativi (per es.
steèr
“stare”,
ésor
con il significatodi “trovarsi”,
tgniìr
“tenere”);
inquesti casi si annulla l’opposizione traORIGINE eMETA: gli avverbi esprimono
piuttosto relazioni spaziali rispetto aunpuntod’osservazione. Esempi:
a són
^
zò
“mi
trovo giù” (il punto d’osservazione è più in alto),
a són^avànti
“mi trovo avanti” (il
puntod’osservazione è più indietro) e “sono evoluto”,
a són^indrè
“mi trovo indie-
tro” (il puntod’osservazioneèpiùavanti) e“sonoarretrato”
503
,
a són
^
foóra
“mi trovo
fuori” (localizzazione esterna rispetto al punto d’osservazione),
al teén^tùt déntor
“tiene tutto dentro” (localizzazione interna rispetto ad un volume),
col^vestì^chì al
stà^bén adoòs
“questo vestito sta bene indosso”. Un posto a parte va riservato alla
costruzione
ésor^cóntra
“essere contrario”, visto che la relazione spaziale è molto
attenuata.
Tra imodificatori restrittivi di luogo figura infine l’avverbio
ghe
(/
gh
) “ci (/ce)”
504
,
che ha un uso non idiomatico in frasi del tipo
a’gh nin veén^namùcia
“ne vengono
fuorimolti”,
al’sghemètabén
(/
al se’ghmètabén
) “ci simettebene”. Più importante
è tuttavia il suouso idiomaticonellecostruzioni con
ésor
“essere”, che trovano riscon-
496
E’uno sviluppo di *
sovra
< lat
supra
(cf. Rohlfs, op. cit., vol. 1°, p. 370).
497
Continua lat.
subtus
(cf. Rohlfs, op. cit., vol. 3°, p. 236);
a
finale è dovuta ad analogia
con
sóra
.
498
Si compone di
ed
+
avànti
.
499
E’uno sviluppo di *
denàns
< lat
de+ in+ ante
(cf. Rohlfs, op. cit., vol. 3°, p. 222).
500
E’riconducibile a *
ed
+
adrè,
conmetatesi delle consonanti
dr
.
501
Si compone di
a
+
doòs
.
502
E’ riconducibile a lat.
de+ intro
(cf. Rohlfs, op. cit., vol. 3°, p. 222).
503
Va ricordata qui la frase idiomatica
j én^indrè cmé^la còva^dal gozén
“sono indietro
come la coda delmaiale” (= “sono arretrati”).
504
Essoèomofonodel pronomepersonalecliticodi 3apersona
ghe
(/
gh
), di cui si èparlato
nella sezione 2.
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