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cativo senzaaggiungereulteriori informazioni.Esempi:
adeésaacomìnć
“ora inizio”,
aloóra a’s lavoreèva
“allora si lavorava”.
Sia questi avverbi deittici, sia altri avverbi di tempo possono essere utilizzati per
rispondere a domande poste con l’avverbio interrogativo
cuànd
“quando”. Esempi:
cuànd^veéno’t?
“quando vieni?” [risposta]
dmàn, doòpa
“domani, dopo”,
cuànd^é’l^gnù?
“quandoèvenuto?” [risposta]
adeésa, prìma, tèrdi
“ora, prima, tardi”.
§ 11. Indicazionedella compresenza/concomitanza
In questo gruppo rientrano
insèma
546
“insieme” e
sénsa
547
“senza”.
Il primo viene usato perlopiù quando il soggetto (o, più di rado, il complemento
oggettodiretto) del verbo reggentedenotaungruppodi dueopiù entità (individui od
oggetti): conesso si indicaun rapportodi compresenzaoeventualmentedi collabora-
zioneche tali entitàhanno riguardoallavicendaespressadal verbo.E’usato raramente
con lamedesima funzione quando il soggettodel verbodenota una singola entità, la-
sciando sullo sfondo le altre, che possono venire individuate sulla sola base del con-
testo.Esempi:
j énpartì^’nsèma
“sonopartiti insieme”,
a^lavorèm’^insèma
“lavoriamo
insieme”,
al japòrta^insèma
“li porta insieme”,
a vaàg^insèma
“vado insieme”.
L’usodi
sénsa
èmoltopiù raro: è limitato essenzialmente a costruzioni idiomati-
che del tipo
feèr^sènsa
“fare ameno”,
resteèr^sénsa
“esaurire”,
èsor^sénsa
“essere
sprovvisto”.
§ 12. Funzione causativo-finale
L’avverbio interrogativo
parchè
(/
par coòza
) “perché” è unmodificatore circo-
stanziale con cui si chiede di fornire informazioni riguardo alle cause o alle finalità
dellevicende, comeper esempionelle frasi
parchè’^sdaàno’l?
“perché si affanna?”,
parchè^sì’t^gnù?
“perché sei venuto?”. La semantica di
parchè
può venire espressa
permezzo della costruzione alternativa
cò… da
(/
a
)
feèr
, peculiare del dialetto par-
migiano, con la quale si possono formare frasi come
cò^’s daàno’l da feèr
? (causa),
cò^sì’t^gnùa feèr?
(finalità): il pronome
dipende da
feèr,
di cui è il complemento
oggetto, ma viene collocato all’inizio della frase principale secondo i principi delle
“dipendenze a lunga distanza”, che si esamineranno nel prossimo capitolo.
§ 13. Funzione esplicativa
Conmodificatori circostanziali come l’avverbio interrogativo
cmé
548
(in luogodel
quale si puòeventualmenteusare
partì
/
pertì
) e l’espressione interrogativa
inchema-
neéra
“inqualemodo” si chiede invecedi fornireulteriori dettagli riguardoall’azione
(/attività) cui si fa riferimentocon il verbodella frase; cf., per es.,
cméén’i^podù^sca-
peèr?
“comehannopotuto scappare?”,
cmé^fareè’t?
/
partì^fareè’t?
“come farai?”,
in
nominali, per es.
fin^a jeér/ dmàn
“fino a ieri/ domani”.
546
E’ riconducibile a lat. volg. *
insĕmel
(cf. Rohlfs, op. cit., vol. 3°, p. 261).
547
E’ riconducibile a lat.
absentiā
“inmancanza” (cf. Rohlfs, op. cit., vol. 3°, p. 235).
548
Continua
como
+
et;
il primo elemento è una riduzione volgare di lat.
quōmodo
.
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1...,152,153,154,155,156,157,158,159,160,161 163,164,165,166,167,168,169,170,171,172,...329
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