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§ 1. Preposizione
ed
561
La sua forma normale è
ed
, che si riduce a
d
dinanzi a vocale (scritta
d’
) e talora
anche dopo; dinanzi ai nessi consonantici
cm, dm, sf, sp, zb, zm
è usata invece la va-
riante
de
. Esempi:
na scàtla^’d lègn
“una scatola di legno”,
i fastìdi^ed na sèrva
“i
fastidi di una serva”,
i penseér^dlameèstra
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“i pensieri dellamaestra”,
al pàn^’d
jeér
“il pane di ieri”,
un lìtor^d’aàcua
“un litro d’acqua”,
la sà^’d violèta
“profuma
di violetta”,
al càn^d’un sjoòr
“il canedi un signore”,
al càn^dal padrón
“il canedel
padrone”,
al càn^di padrón
“il cane dei padroni”,
al càn^dl’avocheèt
“il cane del-
l’avvocato”,
al càn^dj avocheèt
“il canedegli avvocati”,
il ciàćri^dilj eètri
“lechiac-
chiere delle altre”,
a són^stùf de dmandeèr
“sono stufo di chiedere”,
séerca de
zmolzineèr’la!
“cerca di ammorbidirla!”.
Esprime la funzione sintattica di complemento oggetto diretto connettendo frasi
infinitive ad un verbo reggente che denota un atto comunicativo, una disposizione
(/azione)mentale o la conclusione di una vicenda; cf., per es.,
a’t dìgd’andeèr^a cà
“ti dicodi andare a casa”,
j àn^minacè ed ritireèro’s
“hannominacciatodi ritirarsi”,
j àn^promìs ed feèrol
“hanno promesso di farlo”,
a péns ed scrìvor
“penso di scri-
vere”,
l’à^deciìz edpartiìr
“hadecisodi partire”,
a fnìs^ed lavoreèr
“ finiscodi lavo-
rare”.Assai di rado il complemento oggetto è un nome anziché una frase infinitiva;
cf., per es.,
al s’é^scordè^di sò^impègn
“si è dimenticato dei suoi impegni”.
Talora esprime la funzione dimodificatore, restrittivo o circostanziale; esempi:
i
lavoórn’^ed sfruùz
“lavorano illegalmente”,
al và^’d córsa
“va di corsa”,
d’istè a
fà^chèld^bombén
“in estate famolto caldo”.
L’elementoche regge
ed
puòessereunaggettivoanzichéunverbo, come, per es.,
nelle frasi
n’opereèj contént^dal sò^lavoór
“un operaio contento del suo lavoro”,
n’opereèj stùf^ed lavoreèr
“unoperaio stancodi lavorare”,
n’opereèj bón^’d lavoreèr
“un operaio che sa lavorare”.
Sono poi importanti le connessioni di un nome ad un altro: in tali casi
ed
viene
usata per esprimere sia la funzione sintattica di complemento (più spesso associata
ai ruoli semantici di TEMA/ PAZIENTE oppureAGENTE) sia quella di modifica-
tore
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, restrittivoocircostanziale; esempi:
parténsa^’dZvaàn
“partenzadiGiovanni”,
gentilèsa^dla génta
“gentilezza della gente”,
punisjón^di ragaàs
“punizione dei ra-
gazzi”,
n’aveéro’gh^paùra^’dgnénta
“non spaventarsi di nulla”,.
pòrta^’d lègn
“porta
di legno”,
làpis^dalmeéstor
“matita delmaestro”.
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Continua lat.
de
. Dopo la riduzione a
d
per caduta della vocale atona è stata inserita in
posizione iniziale la vocale “eufonica”
e
.
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Seguendo le tradizioni grafiche del dialetto, che sono state influenzate da quelle del-
l’italiano, si scrivono senza intervalli lecombinazioni di
ed
(ealtrepreposizioni) con l’articolo
determinativo
563
Di questa funzione di
ed
si tratterà più dettagliatamente alle pp. 195-197.
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1...,159,160,161,162,163,164,165,166,167,168 170,171,172,173,174,175,176,177,178,179,...329
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