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“mi sembradi non aver chiuso laporta”,
a spereèva ed vèdor^miìga i tò^amiìg
“spe-
ravodi nonvedere i tuoi amici”, che ha una semantica diversa rispetto alla frase
a’n
spereèva^miìgaedvèdr’^i tò^amiìg
“non speravodi vedere i tuoi amici”, presentando
la vista degli amici come un fatto non desiderabile.
Si usa poi il solo
miìga
quando la negazione specifica unnome (+ eventuale pre-
posizione che lo regge) o un aggettivo in funzione attributiva. Cf., per es.,
a vaàg^a
Pèrma, emiìg’^aRèz
“vadoaParmaenonaReggio”,
unprobléma^miìga^dìfìcil
“un
problema non difficile”.
Diversamente, è
miìga
chenonvieneusatoquandouna frase contiene il pronome
nisón
“nessuno”o
gnénta
“niente”, unnome specificatodall’aggettivo
gnànun
“nes-
suno”oppure l’avverbio
meèj
“mai”. Perdefinire l’usodi
ne
(
/n
) si devonodistinguere
le frasi in assertive e interrogative.
Nelle frasi assertive si usa
ne
(
/n
) secondo le regole enunciate nella prima parte
del paragrafo; cf., per es.,
a’n veén
^
nisón
“non arriva nessuno”,
ant al diìz^nisón
“non te lodice nessuno”,
ane’t daàg^gnénta
“non ti donulla”,
i’npèrlon^connisón
“non parlano con nessuno”,
al ne cónta^gnénta
“non conta nulla”
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,
a n’ò^vìst
gnàn^un ragaàs
“nonhovistonemmenoun ragazzo”,
an’ò^meèj^robè
“nonhomai
rubato”. Talora si può eventualmente omettere la negazione, dicendo, per es.,
a’t
daàg^gnénta
“non ti donulla”,
t’al diìz^nisón
“non te lodicenessuno”,
aveén
^
nisón
“non arriva nessuno”, senza tuttavia alterare la semantica della frase. La negazione
ne
(
/n
) èpoi esclusadel tutto in frasi con l’avverbio
meèj
del tipo
meèj^navòltach’al
sìa^gnù^a cateèro’s
“mai una volta che sia venuto a trovarci”.
Nelle frasi interrogative, sihannoduepossibilità: (a)usare
ne
(
/n
) seguendo le regole
chesonostatestabiliteper le frasi interrogativenegativeesaminatenellaprimapartedel
paragrafooppure (b)nonusarlo; scegliendo (a) si costruiscono frasi interrogative“reto-
riche”,mentre (b)vieneutilizzataper formare frasi interrogativechenonesprimonones-
sun orientamento del parlante verso un tipo di risposta. Esempi: (a)
a
·
n veén^nisón?
“forse che non viene nessuno?”,
a
·
n vdì’v^nisón?
“forse che non vedete nessuno?”,
n’à’l^faàt^gnènta?
“forse che non ha fatto nulla?”,
ne’m scrìvo’l^gnénta?
“forse che
nonmi scrivenulla?”,
n’arvì’v^nisùna^fneéstra?
“forsechenonapritenessuna finestra?”,
a
·
npèrln’i^connisón?
“forse che nonparlano connessuno?”,
a
·
n lézn’i^meèj^di gior-
neèl?
“forsechenon leggonomaideigiornali?”; (b)
veén^nisón?
“nonvienenessuno?”,
vdì’v^nisón?
“non vedete nessuno?”,
à’l^faàt^gnènta?
“non ha fatto nulla?”,
a·m scrì-
vo’l^gnénta?
“nonmi scrivenulla?”,
arvì’v^nisùna^fneéstra?
“nonapritenessuna fine-
stra?”,
pèrln’i^con nisón?
“non parlano con nessuno?”,
lézn’i^meèj^di giorneèl?
“non
leggonomai dei giornali?”.
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A tale frase si preferiscequella idiomatica, piùcolorita,
al cóntacmè^’l dù^’dcòpcuànd
agh’é^sòta bastón
“conta come il due di coppe quando è briscola bastoni”.
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1...,157,158,159,160,161,162,163,164,165,166 168,169,170,171,172,173,174,175,176,177,...329
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