cf., per es.,
al comìncia^a lavoreèr
“inizia a lavorare” (/
al comìncia^’l lavoór
“inizia
il lavoro”).
Lameta può essere eventualmente il punto conclusivodi un intervallo temporale
(“da…. a”), che fungedamodificatorecircostanzialedi unverbo; cf., per es.,
l’à^la-
vorèda zneèr^agiùgn
(/
zùgn
) “ha lavoratodagennaioagiugno”. Se il punto iniziale
di questo intervallononvieneespresso, si deveaggiungereallapreposizione
a
ilmo-
dificatore restrittivo
fìn
568
, con il quale si segnala che la vicenda denotata dal verbo
si interrompe inunpuntononprevisto sulla base del contesto comunicativo; cf., per
es.,
a dormirò fìn^a siìra
“dormirò fino a sera”. In frasi quali
at è^speéz fìn^a
l’ùltim^centén
“hai speso fino all’ultimo soldo”, poi, il nome dipendente dalla pre-
posizione segnala ilmomento conclusivodi una vicenda inmodo ellittico (visto che
il suo senso è “fino a quando non avevi più soldi”).
Esprime la funzione sintatticadi complementooggetto indirettoassociataal ruolo
semantico di BENEFICIARIO/ RICEVENTE, che implica la nozione dimeta, con-
nettendo nomi denotanti esseri animati (perlopiù umani) dipendenti da verbi ditran-
sitivi
569
; esempi:
Zvaàn l’à^dè^’l lìboralaMarìa
“
Giovanni hadato il libroaMaria”,
j àn^vindù^la cà aj parént
“hanno venduto la casa ai parenti”,
a’l dìg^aEnriìco
“lo
dico aEnrico”.
E’usata con la funzione sintattica di obliquo associata al ruolo semanticodi LO-
CATIVO oppure con quella affine di modificatore circostanziale di luogo: regge un
nome di luogo, segnalando una collocazione spaziale approssimativa; esempi:
l’é^a
cà
“èacasa” (cf. con
l’é^incà
“è incasa”),
al stà^aPèrma
“abitaaParma”,
i l’àn^vìst
a scoóla
“l’hanno visto a scuola”.
Può fungere inoltre da modificatore circostanziale di tempo, rapportando la vi-
cenda ad un dato intervallo; cf.
véen a cuaàtr’^oór!
“vieni alle quattro!”.
E’usata infine in una serie di gruppi idiomatici o semidiomatici con funzioni
sintattiche che oscillano tra quella di obliquo, associata al ruolo semantico di
STRUMENTALE, e quella dimodificatore; cf., per es.,
al và^a pè
“va a piedi”,
al
scrìva^amàn
(
/amàchina
) “scrive amano (/amacchina)”,
i zùgn’^ala pìrla
“gio-
cano con la trottola”,
i vàn
^
ala bersaljeéra
“vanno al ritmo dei bersaglieri”,
at la-
voór
^
ala carlóⁿna
“lavori alla carlona”. La funzione sintattica di modificatore va
attribuita anche all’espressione idiomatica
a straàs^marchè
“abassoprezzo”, usata
indipendenzadai verbi delle transazioni commerciali
véndor
“vendere” e
compreèr
“comperare”.
Q
uando lega un nome ad un altro, esprime in primo luogo i ruoli semantici di
META o BENEFICIARIO / RICEVENTE; esempi:
l’ariìv^a Pèrma
“l’arrivo a
Parma”,
l’ajuùt^a l’amiìg
“l’aiuto all’amico”,
la lìtra^a Zvaàn
“la lettera a Gio-
vanni”.
568
Di esso si è parlato sopra nella trattazione degli avverbi,
569
Così si chiamanoquei verbi che reggono complementooggettodiretto e complemento
oggetto indiretto.
158