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nali con la funzione di modificatori come
con facilitè
“con facilità”,
con dificoltè
“con difficoltà”,
a stént
“a fatica”. Per le loro peculiarità semantiche questi avverbi
egruppi preposizionali vengonousati perlopiù indipendenzadaverbi chedenotano
azioni/ attività e hanno un soggetto animato. Esempi:
Zvaàn l’à^faàt^al lavoór^fa-
cilmént
“Giovanni ha svolto il lavoro facilmente”,
i stùdjon^condificoltè
“studiano
con difficoltà”,
al putén l’é^caschè^malamént
“il bambino è caduto inmodomal-
destro”.
§ 6.Valutazionedellaqualità
Per esprimere una valutazione comparativa in rapporto ad una norma condivisa
dal parlante si utilizzauna scala ai cui estremi si collocanogli avverbi
bén
“ben”
521
e
meèl
“male”
522
, mentre per i valori intermedi si dispone di segni come
miìga^meèl
“nonmale”, “
bnén
“benino”,
acsicsì
“così così”; conessi si può specificarequalsiasi
verbo (forma finitaoparticipio), aprescinderedella sua semantica; cf., per es.,
al la-
voóra^bén
(
/meèl
) “lavorabene (/male)”,
j én^meèl^combinè
“sonomessimale”,
incó
al stà^bnén
“oggi stabenino”. Sepoi lavalutazionecomparativa si rapportaa singole
vicendepiuttosto che anorme, si usanogli avverbi/ gruppi avverbiali
pù^bén
(prefe-
ribile a
meéj
523
) “meglio”,
peés
524
(o
pù^meèl
) “peggio”; cf., per es.,
incò al
lavoóra^pù^bén
“oggi lavorameglio”,
la và^peés
“va peggio”.
§ 7. Indicazionedell’atteggiamentodel soggetto
Avverbi come
apoòsta
525
“apposta”,
dabón
526
“sul serio, perdavvero”definiscono
le intenzioni del soggetto (essere animato) riguardo all’azione/ attività denotata dal
verbo; si collocano suuna scalaallaqualeappartengonoanchegruppi preposizionali
come
edpropoòsit “
di proposito”,
sénsa^vreér
“involontariamente”
527
. Per precisare
invece il grado di accuratezza/attenzione con cui il soggetto agisce, si useranno i
gruppi preposizionali
con cuùra
“con cura”,
con atensjón
“attentamente”,
sénsa^cuùra
“senza cura”,
séns’^atensjón
“senza attenzione”,
ala carlóⁿna
“con tra-
scuratezza”,
a pjèt
“senza fare distinzioni”.
521
Il polisemico
bén
non rientra qui se significa “molto”, come, per es., nella frase
un ra-
gaàsbénbreèv
“un ragazzomoltobravo”oppureèusatonell’espressione idiomatica
la’gh^stà
bén^faàta
“ben gli sta” con il significato “meritatamente”.
522
Gli avverbi
bén
e
meèl
possono avere una funzione secondaria referenziale, venendo
usati come testanell’ambitodei gruppi nominali; cf., per es.,
j àn^faàt^dal bén
(
/meèl
) “hanno
fatto del bene (/male)”.
523
E’ riconducibile a lat.
melius.
524
Pure
meéj
e
peés
possono avere una funzione secondaria referenziale; cf., per es.,
a
voój^al meéj
“voglio ilmeglio”,
al peés l’é^pasè
“il peggio è passato”.
525
Potrebbe essere un italianismo.
526
Ha avuto origine dalla combinazione di
da
+
bón
.
527
Si può far rientrarequi anche il sintagma
ednascoòst
, cheesprime l’intenzionedel sog-
getto di non farsi vedere.
145
1...,148,149,150,151,152,153,154,155,156,157 159,160,161,162,163,164,165,166,167,168,...329
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