èusato inalcune importanti costruzioni idiomatichedominatedaunverbo:
feèr^ànim
“incoraggiare”,
feèro’s^ànim
“farsi coraggio”,
pèrdro’s^d’ànim
“perdersi d’animo”.
Il secondo permetonimia può acquisire il significato di “persona”, come, per es., in
an’s vèda n’àlma
“non si vede nessuno”,
paéz^ed dozént^àlmi
“paese di duecento
persone”,
l’é^n’àlma^lónga
“èunapersonaalta”,
l’é^nabeél’^àlma
“èunabellaper-
sona”; può avere inoltre significati metaforici sia nell’ambito di sintagmi nominali,
sia in costruzioni dominate da un verbo:
àlma dla campaàna
“batacchio della cam-
pana”,
deèr^l’àlma
“impegnarsi a fondo”,
rómpor^l’alma
“importunare”,
magneè-
ros^l’àlma
“rodersi il fegato, tormentarsi”.
A
còrp
si rapportanovarimeronimi, ovveronomi indicanti sueparti
706
.Dal punto
di vista della sua struttura materiale, il corpo si compone di
oòs
“ossa” e
chèrna
“carne”; quest’ultimaè sededelle
véⁿni
“vene”eha la sua superficieesterna ricoperta
dalla
peéla
“pelle”, sulla quale crescono i
peél
“peli” e, alla sommità della testa, i
cavì
“capelli”. Si hannopoimeronimi perdenominare i vari organi del corpo; esempi:
a) organi esterni
teésta
“testa”,
coòl
“collo” (con il
canalùs
“gargarozzo”),
copén
(o
còpa
) “nuca”,
spaàla
“spalla”,
bùst
(o
trónc
) “tronco”,
pànsa
“addome, pancia” (con l’
ombrìgol
“ombelico”),
réⁿni
“reni”,
cuùl
“sedere”,
braàs
“braccio”,
màn
“mano”,
gàmba/ fùrla
“gamba”,
pè
“piede”
707
;
b) organi interni
un posto di primo piano spetta al
sarveél
“cervello”, strumento del pensiero che
ha sede nella
tésta
, e al
coór
“cuore”, organo vitale localizzato nel
peét
“petto”, che
secondounacredenzapopolareè sededei sentimenti; tragli altri si possono ricordare
sarvlèt
“cervelletto”,
polmón
“polmone”,
stòmog
“stomaco”,
intestén
“intestino” (con
ilmeronimo
budeéla
“budello”),
rognón
“rene”,
giàngla
“ghiandola”. Puòesserecon-
siderato organo interno anche la
léngua
“lingua”.
I meronimi di
còrp
ora menzionati possono, a loro volta, articolarsi in ulteriori
meronimi; esempi:
teésta
craàni
“cranio”,
muùz
(o
faàcia
) “viso” (/
ghìgna
“ghigno”, espressionedel viso),
frónta
“fronte”,
dormidoór
“tempia”,
oòć
“occhio”,
neèz“
naso”,
bòca
“bocca”,
laà-
bor
“labbro”,
ganaàsa
“mascella,mandibola”,
orècia
“orecchio”;
706
I rapporti di olonimia
≈
meronimia insieme a quelli iperonimia
≈
iponimia permettono
di definire le relazioni più importanti tra i segni affini: i primi riguardano la scomposizione
degli oggetti nei loro elementi costitutivi (per es.
màn
“mano”
≈
diìd
“dito),mentre i secondi
permettonodi stabiliregradi diversi di astrazionechevannodal generaleal particolare (come,
per es.
parént
“parente”
≈
zìo
“zio”).Al riguardo cf.M. L.Murphy,
SemanticRelations and
the Lexicon
, Cambridge, 2003, pp. 216-236; E. Ježek,
Lessico
, Bologna 2011 [2a ed.], pp.
164-170. SecondoR.Hudson (
LanguageNetworks
,Oxford, 2007, pp. 10-21) olonimia
≈
me-
ronimia esprimono una relazione
hasa,
mentre iperonimia
≈
iponimia una relazione
Isa
.
707
Cf.Malaspina, op. cit., vol. 3°, p. 162.
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