§ 1b.Gli animali terrestri
(
beésti
)
Vengonodenotati permezzodel lessema
beéstja,
il qualeappartieneal livelloche
i cognitivisti denominano astratto, visto che non permette al parlante di farsi un’im-
magine tipizzata di animale, possibile invece per i suoi iperonimi, appartenenti al li-
vello basico
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, tra i quali figurano, per esempio,
càn
“cane”,
lòv
“lupo”,
órs
“orso”.
Il corpodelle bestie prototipiche si differenzia da quellodegli uomini per alcune ca-
ratteristiche: ha una coda (
còva
), la superficie esterna è ricoperta dalla pelliccia
(
plìsa
), gli arti si chiamano
sànfi
“zampe” e sono
dednàns
“anteriori” o
dadrè
“po-
steriori”; tuttaviapermammiferi quali il cavalloo il bueèammessoanche l’usodella
parola
gàmbi
“gambe”.
Gli animali con i quali l’uomo interagiscemaggiormente sono quelli domestici,
inprimo luogo
càn
“cane”e
gaàt
“gatto”.Adifferenzadel gatto, il canepuò svolgere
per l’uomo (ovvero il suopadrone) varie attività; si distinguono così, per es.,
càn^da
compagnìa
“cane da compagnia”,
càn^daguèrdja
“cane da guardia”
, càn^dapajeèr
“canedapagliaio” (che fa laguardia al cortiledi una fattoria),
càn^dapastoór
“cane
dapastore”,
càn^dacaàsa
“canedacaccia”,
càn^da trìfola
“caneda tartufo”,
càn^da
córsa
“cane da corsa”,
càn^da combatimént
“cane da combattimento”. Dal punto di
vista genetico, poi, il cane può essere classificato come
bastèrd
“bastardo” (usato in
primo luogo come
càn^daguèrdja
o
càn^dapajeèr
) oppure
ed raàsa
“di razza”, che
comprende una serie di iponimi, appartenenti al livello specifico dei cognitivisti,
quali, per es.,
barbón
“barbone”/
barbonsén
“barboncino”,
braàc
“bracco”,
buldòg
“bulldog”,
daneéz
“danese”,
mastén
“mastino”,
moloòs
“molosso”,
pastoór tedèsc
“
pastore tedesco”,
sàn barnèrd
“san bernardo” e
lèssi
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“pastore scozzese”. Anche
inquest’ambito il dialettopuòarricchire senzaproblemi il proprio lessicoprendendo
a prestito parole, più spesso di origine straniera, dell’italiano; si pensi, per esempio,
a
bòcser
“boxer”,
bòrder^còlli
“boder collie”,
gòlden^retrìver
“golden retriever”,
terjé
“terrier”.
Per le attività da lui svolte per l’uomo il gatto è essenzialmente un animale
da
compagnìa
“da compagnia” oppure
da sòrog
“da topi”; nelle abitazioni cittadine
odierne la sua attività è limitata a tenere compagnia al padrone, mentre dà la caccia
ai topi in particolare quando vive in una realtà contadino-campagnola, nella quale i
topi abbondano. FinoallaPrimaguerramondiale il gattopotevaessereancheunani-
male
da chèrna
“da carne”, visto che nelle campagne i poveri braccianti allevavano
gatti per lamacellazione: quando ero bambino, ho sentito raccontare più volte dalle
personeanzianecheagli inizi delNovecentopenzolavano taloradaqualchebancarella
della “Ghiaia” gatti scuoiati, quasi fosserodei conigli. Con il lessema
gaàt
si denota
il comune gatto europeo,meticcio che può avere la pelliccia di colori differenti.
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Riguardo al problemadei livelli astratto ebasico cf. F.Ungerer&H. J. Schmid,
An In-
troduction toCognitive Linguistics
, Harlow, 2006 [2a ed.], p. 70 e ss.
713
Questonomeèentratonell’usonegli anniCinquanta; è statodesuntodal nomeproprio
(
Lessie
) che aveva il protagonista del noto film “Torna a casa, Lessie”.
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